Non sembra aver imboccato la stretta finale, almeno per il momento, la trattativa tra sindacati e Am Investco per l’acquisizione del Gruppo Ilva. La ‘ristretta’ di oggi infatti tra i leader di Fim, Fiom e Uilm e il viceministro allo Sviluppo, Teresa Bellanova, ha aggiornato i lavori a lunedì prossimo, 5 febbraio, data in cui torneranno a incontrarsi sindacati e Arcelor Mittal per verificare la possibilità di stendere un calendario serrato di incontri sui temi che ancora non hanno trovato risposta, dal nodo esuberi al piano ambientale.
I COMMENTI DEI LEADER SINDACALI RILASCIATI ALL’ADNKRONOS
“Oggi non abbiamo incontrato Arcelor ma solo il ministero per stabilire come proseguire la trattativa. Lunedì ci sarà un nuovo round per mettere in fila i temi che saranno al centro dei nuovi incontri stabilendo un calendario. È stato più che altro uno scambio di opinioni, quello di oggi ma ci sono le condizioni perché la trattativa entri nel merito”, ha spiegato il leader Uilm Rocco Palombella, lasciando il ministero. Incontro interlocutorio anche per la Fim di Marco Bentivogli. “Lunedì partirà un ulteriore verifica sulla possibilità di intensificare la trattativa su tre punti fondamentali: l’azzeramento degli esuberi; l’accelerazione della realizzazione del piano ambientale; investimenti industriali coerenti con il rilancio annunciato”, spiega al termine. Da lunedì, dunque, aggiunge, “metteremo appunto un calendario di incontri per verificare le condizioni per una stretta. Ci sono ancora alcuni aspetti su cui lavorare perché questa vertenza non abbia un impatto sociale. Tenere insieme salute e ambiente per noi è prioritario”, conclude. Piedi di piombo invece da parte Fiom. “Esaurito il confronto sul piano industriale non abbiamo ancora affrontato il nodo dell’occupazione”, dice il leader Francesca Re David ribadendo come “non ci sarà nessuna possibilità di trattativa senza l’assunzione di tutti i 14mila 200 occupati Ilva”. Senza contare, aggiunge, che “restano aperte anche le questioni ambientali”.E il calendario che sarà messo a punto lunedì quindi, “dovrà essere onnicomprensivo e includere anche questi due temi perché non esiste una ipotesi di accordo che non preveda l’azzeramento deli esuberi e la risoluzione delle questioni ambientali” prosegue. Per la Fiom, dunque, “nessuna stretta all’orizzonte nella trattativa”, conclude Re David a cui fa eco l’ironia del segretario confederale Cgil, Maurizio Landini che osserva come “un accordo in due giorni non esiste in natura”.
IL “PRESSING” DEI SINDACATI SU ARCELOR MITTAL
Proprio l’altroieri Domenico Palmiotti sul “Sole 24 Ore” aveva spiegato qual è il “pressing” dei sindacati sul “management” di Arcelor Mittal per giungere ad un accordo, cioè provare a convincere la multinazionale a non dichiarare esuberi, stimati per ora in 4mila unità su 14mila. “La proposta fatta – si legge sul quotidiano diretto da Claudio Gentili – è quella di stabilire per le assunzioni un percorso graduale: adesso gli addetti che servono, a seguire, entro il 2023, anno in cui dovranno essere completati i piani industriale e ambientale, tutti gli altri. Chi non transiterebbe subito ad Am Investco, rimarrebbe all’amministrazione straordinaria tra cassa integrazione e bonifiche gestite dai commissari Ilva col miliardo ottenuto dalla transazione con i Riva. Due soluzioni a tempo determinato. E comunque questa platea si prosciugherebbe man mano che avviene il travaso del personale in Am Investco. In parallelo, si cercherebbe anche di ridurre l’organico dei 14mila con l’utilizzo di tutti i possibili strumenti di incentivazione all’esodo volontario, compreso il ricorso all’isopensione”.
Quest’ultima è una delle forme di collocamento a riposo anticipato, mediante accordi aziendali. Si tratta della rivisitazione e dell’ampliamento dei vecchi “scivoli”. La prevede la Legge Fornero ed è entrata in vigore con la Legge di Stabilità del 2015.
SALVAGUARDARE L’INVESTIMENTO A FAVORE DELL’ILVA
Appuntamento tra le parti, sempre presso la sede del Mise, all’inizio della prossima settimana. “Dobbiamo fare in modo – ha chiosato Rocco Palombella- che l’investimento proposto da Arcelor Mittal, che può assicurare il futuro produttivo ed occupazionale al gruppo Ilva, sia salvaguardato. Esistono i presupposti per tutelare lavoro, produzione ed ambiente. Bisogna fare in modo che diventino una realtà concreta utile a far crescere il settore manifatturiero e, di conseguenza l’intera economia nazionale. Come sindacato siamo impegnati a realizzare questa sfida”.