L’ora della pubblicazione del fatidico memo relativo ai possibili abusi commessi dall’FBI nelle indagini sulle interferenze russe in campagna elettorale sembra essere ormai arrivata. Secondo quanto riferito dal Washington Post il rilascio del documento su autorizzazione di Donald Trump potrebbe avvenire già nella giornata di sabato 3 febbraio. I membri repubblicani del Congresso si appresterebbero, dunque, a diffondere ai media i contenuti in questione una volta ricevuto l’ok da parte della Casa Bianca.
Il memo è stato oggetto di una durissima campagna di accuse nei confronti del Federal Bureau of Investigation per le supposte irregolarità e i condizionamenti politici che avrebbero portato ad una distorsione delle attività investigative a danno di Donald Trump. Le presunte illegittimità di cui si sarebbe macchiato l’FBI sono poi utilizzate dai repubblicani più vicini al presidente per chiamare in causa un possibile condizionamento del lavoro sul Russiagate da parte del procuratore speciale Robert Mueller.
Sulla base di tale convincimento diversi esponenti della maggioranza nei due rami del Congresso hanno incitato Trump ad autorizzare la diffusione dei contenuti del documento per fare da subito chiarezza sulla vicenda. Secondo quanto previsto dall’ordinamento americano, il memo è stato trasferito alla Casa Bianca ed è passato al vaglio del presidente. Il passo successivo dovrebbe essere quello dell’approvazione al rilascio e la trasmissione dello stesso all’House Intelligence Committee, istituzione deputata alla diffusione delle informazioni in esso contenute. Gli ultimi step procedurali potrebbero dunque concludersi in poche ore e le conseguenze della rivelazione delle notizie in questione potrebbero essere difficilmente prevedibili.
Dall’FBI fanno sapere che un’azione di questo tipo potrebbe mettere seriamente a rischio le indagini in corso, poiché svelerebbe aspetti delle investigazioni ancora coperti da segreto. Secondo il Bureau, poi, il tutto potrebbe nuocere gravemente all’autorevolezza dell’agenzia federale e provocare un vero e proprio terremoto ai vertici. A riguardo a Washington si susseguono proprio in queste ore voci che riferirebbero delle possibili dimissioni di Christopher Wray dall’incarico di direttore dell’FBI.
Una delle ipotesi circolate nelle stesse ore prevede, tra l’altro, la possibilità di una pubblicazione solo parziale del documento con degli omissis sugli elementi più sensibili o “inaccurati” che secondo l’FBI sarebbero presenti nel memo. Sulla base di quanto riportato da fonti vicine alla Casa Bianca sembrerebbe, però, che Trump sia intenzionato ad autorizzare la diffusione integrale dei contenuti.
Nel frattempo si accentua lo scontro tra i due schieramenti politici. I democratici puntano il dito contro il senatore Devin Nunes, primo ad avere tra le mani il memo, e Nancy Pelosi (leader della minoranza alla House) avrebbe chiesto formalmente allo speaker Paul Ryan di espellere lo stesso Nunes dall’House Intellgence Committee per il comportamento scorretto e sleale avuto durante tutta la vicenda.
C’è anche un’altra versione che tiene banco e che racconta una storia diversa, secondo la quale il memo non ha la rilevanza esplosiva di cui tanto si sta parlando in queste ore. Anche per tale motivo Trump non si sentirebbe del tutto convinto a puntare sul rilascio del documento. La preoccupazione più grande degli uomini del presidente è che tutta la vicenda possa rivelarsi un boomerang e ritorcersi contro la Casa Bianca.
In ogni caso è possibile che manchino davvero poche ore alla risoluzione dei dubbi. La diffusione del memo sembra ormai prossima.