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Perché concordo con Enzo Scotti su Di Maio

Formiche.net ha pubblicato ieri una sobria e interessante intervista di Francesco Bechis al professor Enzo Scotti, storico ministro democristiano dell’Interno e degli Esteri, in occasione della visita al Link Campus, presieduto da Scotti appunto, del candidato capo del governo per il Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio.

Il colloquio tra Bechis e Scotti è senza reticenze, franco, caratterizzato da sano realismo. Il già più volte ministro democristiano, non facendosi coinvolgere nella ricorrente vulgata, non demonizza l’esponente dei 5 Stelle, e scevro da pregiudizi osserva che Di Maio non è paragonabile a un democristiano, ma neppure lo si può definire un rivoluzionario a causa dei trascorsi del movimento grillino. Gli riconosce lo sforzo di condividere la cultura istituzionale per governare il Paese, anche se continuano a esserci grosse contraddizioni all’interno dei 5Stelle, che vanno superate, se davvero il Movimento vuole evolversi come partito delle istituzioni e del cambiamento, avendo come obiettivo la coesione nazionale. E a tale proposito, andando oltre, Scotti focalizza l’attenzione sulla politica estera dell’Italia praticata dai governi del passato e auspica che il M5S agisca in continuità, perché è a livello internazionale che si conquista la credibilità che poi viene spesa nella politica nazionale.

Forse qualcuno leggendo le valutazioni che l’esponente democristiano esprime nei confronti di Di Maio e del M5S le ritiene un vero e proprio endorsement a favore della novella forza politica, ancora tutta da capire e da interpretare, considerate le diverse opzioni che esistono all’interno di questo organismo giovane, non nato come partito, ma trasformatosi in movimento, dopo le numerose delusioni provate dalle politiche e dai programmi dei cosiddetti partiti della seconda Repubblica.

Enzo Scotti con il suo acume e il suo realismo non trascura che una forza politica che conquista da più anni circa il 30% dei consensi non può essere considerata ininfluente, residuale ai fini della governabilità dell’Italia. Un uomo di cultura, un esponente politico avveduto ragiona non facendosi prendere da pregiudizi e menzogne, per il semplice fatto che la conquista del consenso non è ossessione continua. È altresì vero che Di Maio e il M5S devono dare garanzie e fiducia agli italiani e alle cancellerie internazionali di essere all’interno di un contesto culturale, sociale, politico, istituzionale, economico riconoscibile, sia pure con peculiarità proprie.


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