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Così Israele ricorda a Monaco la minaccia iraniana

Momenti di tensione alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco nel momento in cui ha preso la parola il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il premier ha sferzato l’aria della sala con parole durissime rivolte all’avversario storico del suo paese, l’Iran, definito “la più grande minaccia al mondo”.

Con grande senso della scena, Netanyahu ha tirato fuori da una scatola i resti del drone iraniano abbattuto dall’esercito israeliano la scorsa settimana dopo che aveva sconfinato entro il territorio dello Stato ebraico. Rivolgendosi al ministro degli esteri di Tehran Javad Zarif, seduto non lontano, gli ha chiesto – non prima di averlo etichettato “il portavoce del regime dell’Iran che parla con eloquenza – mostrandogli il veicolo distrutto: “Riconosce questo? Dovrebbe, è vostro. Può portare un messaggio indietro ai tiranni di Teheran: non mettete alla prova la risolutezza di Israele”.

Per rafforzare il messaggio, Netanyahu ha inoltre esortato l’Iran a “non metterci un cappio di terrore attorno al collo. Agiremo se necessario non solo contro i vostri proxy ma anche contro di voi”.

Nel proseguio del suo discorso, Netanyahu ha fatto riferimento anche all’accordo sul nucleare (Jcpoa) con l’Iran, che non ha mai goduto del favore del premier ma è stato siglato nel luglio 2015 su intesa del gruppo del cosiddetto P5+1, i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania e l’Unione Europea. Il premier ha tirato un parallelo tra la conferenza di Monaco del 1938, quella famosa in cui Hitler ottenne i sudeti, con quella che ha condotto alla firma del Jcpoa. E ha detto che il Jcpoa ha solo portato a “sguinzagliare una pericolosa tigre iraniana”.

“Non permetteremo che si riscriva la verità storica”, ha aggiunto Netanyahu. Questa è a mio giudizio la più pericolosa minaccia al mondo. Perché una volta armata con armi nucleari, l’aggressione iraniana sarà senza controllo e minaccerà il mondo intero”.

Questa è la prima volta che l’episodio del drone iraniano viene discusso in un forum internazionale di questa importanza. Ma innumerevoli sono state le occasioni in cui l’Iran e le sue controverse politiche estera e di difesa sono state al centro dell’attenzione dei big della sicurezza mondiale. Israele tenta da tempo di convincere la comunità internazionale delle nociveintenzioni dell’Iran in Medio Oriente, dove approfittando della vittoria nella guerra civile siriana ha creato di fatto un dominio da cui possono facilmente transitare uomini, mezzi e armi da Teheran verso l’alleato libanese di Hezbollah e dove i due possono coordinare meglio la loro strategia anti-israeliana.

Al momento l’attenzione degli attori internazionale si concentra sul rischio che gli Stati Uniti decidano di rottamare il Jcpoa. Anche per gli interessi economici che ha preso a coltivare da quando è venuta meno la zavorra delle sanzioni contro l’Iran, l’Europa ha già in più di un’occasione reso nota la propria contrarietà rispetto la nuova policy di Washington. Di certo c’è che le divergenze sul programma nucleare dell’Iran e sulla politica estera e di difesa di Teheran non sono le uniche che caratterizzano la conferenza sulla sicurezza di Monaco, ma – anche grazie allo show di Netanyahu – si può stare certi che non sono passate in secondo piano. Missione compiuta.


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