Il Dipartimento della Difesa USA ha recentemente formalizzato una richiesta di aumento fondi per le attività coperte relative all’anno fiscale 2019.
In totale, i capitoli di spesa previsti per le operazioni classificate ammonterebbero secondo le stime del Pentagono a poco più di 21 miliardi di dollari. La cifra, considerevolemente più alta rispetto alle statistiche storiche del Dipartimento, rispetterebbe un trend di crescita ben consolidato che riguarda gli ultimi quattro anni di gestione del programma. Si tratta di un processo avviato già nel corso del mandato del presidente Barack Obama e che ora viene implementato dall’amministrazione di Donald Trump.
Come è intuibile dalla voce “attività di intelligence militare rivolte a supportare le operazioni tattiche”, la destinazione dei fondi dedicati alle attività coperte – o anche “black budget” – riguarda tutti quegli interventi tattici ed operativi da parte delle forze armate USA che sono coperti per ragioni di segretezza.
Il programma ha avuto nel corso degli ultimi anni un largo sostegno da parte dei prinicipali esponenti di entrambi gli schieramenti al Congresso e viene considerato una delle punte di eccellenza del Pentagono.
Come segnalato da Defense News, il programma è stato istituito nel 2005 ed è nato dalla fusione di due precedenti sottoprogrammi dell’amministrazione della Difesa dedicati all’intelligence. Nel 2008, poi, le operazioni coperte sono state poste sotto la sfera di competenza del Sottosegretario alla Difesa per l’Intelligence, una posizione attualmente occupata da Joseph Kernan.
Sebbene non vi sia modo di sapere quali siano le operazioni a cui sono destinati i fondi del programma, se ne può intuire l’importanza e la centralità dal fatto che – sin dall’anno di istituzione – ogni amministrazione ha deciso di aumentare le risorse dedicate ai “black budget”.