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L’atteso incontro tra Napolitano e Grillo

Per lui in passato non c’erano state parole tenere. Alcune settimane fa però dal suo blog aveva elogiato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che aveva saputo “tenere la schiena dritta”, dopo il rifiuto di incontrare il leader socialdemocratico Steinbrueck, che aveva definito il comico e Berlusconi “due clown”.

Oggi l’incontro più atteso delle consultazioni in corso al Quirinale è sicuramente tra loro due. Al Colle con Grillo in persona ci saranno i capigruppo alla Camera e al Senato, Roberta Lombardi e Vito Crimi. Per il Movimento 5 Stelle c’è solo il governo a 5 stelle, ribadiranno al capo dello Stato, almeno stando alle dichiarazioni di ieri, non offriranno spiragli a esecutivi di nessun altro tipo: guidati da Pierluigi Bersanineanche a parlarne, ma nemmeno dal presidente del Senato, Pietro Grasso.

Al Presidente della Repubblica, conferma Crimi, “diremo quello che abbiamo sempre detto: governo a 5 stelle. Abbiamo un programma di venti punti”. Poco importa se la loro posizione non faciliterà il compito del capo dello Stato.

I grillini ripetono come un mantra che un governo in carica c’è, è quello guidato da Mario Monti, e, contro ogni parere costituzionale, sostengono che il Parlamento possa iniziare a lavorare lo stesso: c’è da presentare il Piano nazionale per le Riforme, lo può fare l’attuale ministro dell’Economia, Vittorio Grilli.

Oggi pomeriggio alle 15 intanto le Aule di Camera e Senato saranno impegnate a votare i membri degli uffici di presidenza: rispettivamente 4 vicepresidenti, 3 questori e 8 segretari di presidenza. I grillini hanno indicato i propri candidati, chiedono agli altri partiti di votarli ma non sono disposti a trattare per raggiungere “le opportune intese” previste dall’articolo 5 comma 3 del regolamento di Montecitorio.
“Comincino a dare – spiega il senatore Sergio Puglia – senza chiedere nulla in cambio, è un nuovo metodo che vogliamo adottare”. Il posto a cui tengono di più è quello di Questore: tanto che ieri tutti i parlamentari sfoggiavano sul petto l’adesivo “Questore=Controllore”.

D’altronde quello dei costi della politica è il tema che sembra stare più a cuore al Movimento 5 Stelle che ha apprezzato l’annuncio dei neo presidenti delle Camere, Laura Boldrini e Pietro Grasso, ma che, per bocca del suo leader Beppe Grillo, ha rilanciato: “Boldrini e Grasso – scrive il comico sul suo blog lanciando l’hashtag #Fatelovoi – possono rinunciare all’indennità di carica e dimezzarsi l’indennità da parlamentare, come dei veri cittadini a 5 Stelle, ed essere d’esempio a tutti i parlamentari”.

Intanto risultano perdonati i senatori che sabato scorso avevano votato Pietro Grasso presidente del Senato “disobbedendo” alla linea del gruppo che era di votare scheda bianca: in un’assemblea dei parlamentari durata circa tre ore nella sala della Regina i ‘dissidenti’ hanno spiegato le loro ragioni, si sono sottoposti alle domande dei colleghi, non li hanno convinti tutti ma la “stragrande maggioranza” sì. Tanto che alla fine si è deciso di non votare l’espulsione (che, come prevede il Codice di Comportamento deve essere sottoposta all’ulteriore votazione della Rete) ma la conferma della fiducia ai senatori.



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