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Il vero messaggio di Di Maio? Rassicurare mercati e cancellerie su Nato ed Europa

In una sala della Stampa Estera gremita di giornalisti stranieri, Luigi Di Maio ha disegnato i contorni della politica estera che un possibile governo a guida 5 Stelle porterebbe avanti. Nato, sanzioni alla Russia e rapporti con Bruxelles sono stati al centro delle dichiarazioni del leader pentastellato, il cui intento è stato da una parte accreditarsi ancora una volta come leader di governo e dall’altra tranquillizzare chi, all’estero, guarda alla situazione post elettorale italiana. Nessuna rottura in politica estera, dialogo con l’Europa e apertura – anche se parziale – alle forze politiche italiane sul programma di governo per far crescere l’Italia.

IL RAPPORTO CON BRUXELLES

“Il primo viaggio da premier lo farò a Bruxelles”, ha specificato Di Maio, “lì vanno rappresentate prima di tutto le esigenze del nostro paese che ha bisogno di difendere le proprie imprese”. “Credo molto nel dialogo – ha proseguito – ma soprattutto nella presenza: mentre alcuni Parlamenti europei hanno 45 funzionari, noi ne abbiamo due e uno sta per andare in pensione. Abbiamo bisogno di schierare la squadra in campo per vincere la partita. Abbiamo da fare molto con i funzionari e col corpo diplomatico” ha concluso. A chi chiedeva chiarimenti, poi, sul cambio di linea rispetto alle parole pronunciate da Beppe Grillo in passato, Di Maio ha chiarito che in questi anni è “cambiato lo scenario europeo, i singoli paesi hanno un peso specifico diverso”. “In questo momento – ha aggiunto il leader dei 5 Stelle – ci sono molto più margini di riflessione all’interno dello spazio monetario europeo cosa che nel 2014 sembrava più lontano: allora c’era un blocco monolitico, impossibile da scalfire. C’è bisogno di una riflessione e credo che i Paesi Ue siano pronti a rivedere i parametri. Dobbiamo contare ciò che valiamo”. Ha poi specificato che l’Italia “dà tanto a questa comunità” ed è “un Paese che si prende sulle spalle gran parte della crisi migratoria. Vogliamo ridiscutere e Francia e Germania mi pare aprano ad uno spiraglio di cambiamento su deficit e pil”. Dialogo, sì, che vada in una direzione di cambiamento, anche rispetto ai vincoli come quello del 3%. “Mi pare – ha detto Di Maio – che ormai tutti concordino che vada rivisitato o superato, ora vediamo come. Se andassimo al governo sarei contento di discutere a quei tavoli su come rivedere i parametri sugli investimenti: noi abbiamo a cuore l’idea di ridurre il debito pubblico ma con misure espansive”.

NO AGLI ESTREMISMI

Sul rapporto con gli altri Paesi membri, n particolare Francia e Germania, Di Maio ha nuovamente rassicurato, aprendo al dialogo con le forze moderate e escludendo, invece, ogni forma di estremismo, sottolineando quindi la volotà di restare nell’Ue. “Non penso sia semplicemente una visione di Macron e della Merkel: tutta l’Europa riflette su come cambiare e io non ho pregiudizi, noi non vogliamo avere niente a che fare con gli estremisti”.

DEBITO E MISURE ESPANSIVE

Eppure, ha chiarito il leader dei 5 Stelle, l’Italia deve farsi portatrice dei suoi interessi anche in ambito europeo. “L’Unione europea deve tutelare il made in Italy sempre di più – ha chiarito -, c’è tanto da fare e io credo molto nel dialogo. Ha poi sottolineato di essere a favore di una “cultura espansiva ma con l’obiettivo di ridurre il debito”, tagliando “ciò che non serve” mettendo in campo “misure espansive per ripagare il debito pubblico”.

IL RAPPORTO CON LA GERMANIA

“Noi abbiamo come Paese un grande deficit politico, come non essere stato presente quando si discutevano grandi dossier – ha risposto Di Maio ai giornalisti che gli domandavano come saranno i rapporti con la Germania se il Movimento governasse l’Italia -. Con la Germania nessun muro contro muro, ma vogliamo rappresentare le nostre imprese”.

POLITICA ESTERA DI CONTINUITÀ

Anche la politica estera ha fatto capolino tra le domande. “Se dovessimo andare al governo come Italia non avremo una linea che tende a isolare l’Italia, anzi saremo un Paese con solide relazioni con i propri alleati”. “L’Italia – ha specificato Di Maio – resterà un paese della Nato, cercando sempre di migliorare le cose. Penso a una conferenza di pace sulla Libia qui a Roma. Non c’è da stravolgere la politica estera – ha aggiunto – ma far valere di più l’Italia nel mondo e soprattutto a Bruxelles”.

SANZIONI ALLA RUSSIA

E se tutti i temi sono aperti, anche le sanzioni alla Russia possono essere ridiscusse, seppure non in contrasto con i partner internazionali. Sulle sanzioni, ha detto Di Maio, “c’è la volontà di ridiscuterle e vediamo dove approderà, vediamo se è uno strumento opportuno da utilizzare o meno. È un problema legato a settori della nostra economia e ci lavoreremo nell’interesse degli italiani, non della Russia o degli Usa”, ha chiarito. Insomma, non ci saranno salti nel buio. Dialogo e ricerca di un compromesso nell’interesse nazionale sembra essere lo spirito con cui, al di là delle schermaglie di politica interna, il leader del Movimento 5 Stelle vuole presentarsi alla pubblica opinione straniera. Marcando ancora di più le distanze di un Salvini che oggi a Bruxelles ha confermato la sua linea sovranista che tanto piace a Steve Bannon e a Le Pen. Di Maio, no. Lui è per la (sana e rassicurante) continuità.



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