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Ecco l’apertura tattica di Berlusconi a Bersani

Ancora per qualche giorno la parola più in voga resterà “responsabilità”. Silvio Berlusconi la dice e la ridice da giorni. Figurarsi oggi che Giorgio Napolitano ha affidato a Pier Luigi Bersani l’incarico di andare a verificare se abbia o meno i numeri per formare un governo. L’invito alla responsabilità del Cavaliere, infatti, ha anche un che di minaccioso. “Senza un coinvolgimento della nostra parte politica – dice – non gli sarà possibile creare una maggioranza”.

Già ieri sera il leader Pdl era stato avvertito dal Quirinale, via Gianni Letta, che il giro di consultazioni si sarebbe concluso con un pre incarico al segretario Pd. Non era esattamente ciò che l’ex premier sperava. E questo non perchè ci sia in sé un pregiudizio sul nome. Il timore tuttavia è che il numero uno democrat gestisca la sua esplorazione mantenendo la linea dura verso il Pdl, ‘tacitando’ l’ala più trattativista del partito sulla quale, invece, a via dell’Umiltà si faceva affidamento. Il Cavaliere dunque in queste ore – a chi ha avuto modo di parlargli – ha confidato di essere piuttosto pessimista sulla possibilità che davvero Bersani si appresti a ‘consultarlo’ con un atteggiamento di apertura.

Il Pdl, infatti, sarebbe disposto a votare anche un governo guidato dal segretario democratico purché – è il ragionamento – vengano rispettate delle condizioni minime: la prima è che si trovi un’intesa sul prossimo inquilino del Colle. Ma non meno importante è che il nascituro esecutivo si concentri sui provvedimenti economici più urgenti, magari sulle riforme costituzionali, di certo non sul conflitto di interessi. Non solo: perchè il Cavaliere vorrebbe anche sentirsi tranquillo su un paio di questioni tipo la sua ineleggibilità o la votazione del Parlamento in caso di una richiesta di arresto nei suoi confronti.

Ma il timore del Cavaliere è che Bersani piuttosto che scegliere questa strada preferisca quello che il leader del Pdl definisce un “salto nel buio”. Ed è per questo che Berlusconi continua a guardare a Napolitano come l’unica figura in grado di garantire il peso specifico del centrodestra all’interno delle trattative.
Per questo il Cavaliere sottolinea come il Quirinale si sia mosso nel rispetto della Costituzione con “saggezza ed equilibrio” assoluti. La convinzione che l’ex premier ha ricavato dalle interlocuzioni con il Colle delle ultime ore, infatti, è che se Bersani non riuscisse a formare un governo, Napolitano farebbe comunque un ulteriore tentativo con una figura terza. Uno scenario in cui il Pdl potrebbe rientrare in gioco alla grande, magari facendo sponda sulla parte Pd più ‘dialogante’ e meno propensa a ritornare al voto. D’altra parte, lo stesso Berlusconi in caso non riuscisse ad essere azionista nel prossimo governo preferirebbe di gran lunga che si riaprissero le urne confortato anche dai sondaggi che gli recapita la Ghisleri.

Nell’incertezza del momento l’ex premier continua ad adottare la linea della prudenza, come dimostra la ‘chiamata’ per la manifestazione di domani a piazza del Popolo. Certo, non evita di stigmatizzare la magistratura “ideologizzata e politicizzata”, ma più che di un evento ‘contro’ si tratterà di un’adunata ‘pro’, ossia – spiega Berlusconi in due interviste tv – per una “Italia nuova” e più moderna.



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