Si compie oggi, simbolicamente, la lunga parabola iniziata dalla Santa Sede più di un mese fa, l’11 febbraio, con l’annuncio delle dimissioni di Joseph Ratzinger. Il 13 marzo i cardinali riuniti in Conclave hanno eletto il suo successore, Jorge Mario Bergoglio. E oggi, a Castel Gandolfo, avrà luogo il tanto atteso incontro tra i due uomini, il Papa Francesco e ilPapa emerito Benedetto XVI.
Il Papa argentino dovrebbe arrivare nel Palazzo apostolico sulle pendici del lago albano poco dopo mezzogiorno. Dopo un primo colloquio, Bergoglio e Ratzinger pranzeranno insieme. Parleranno di Vatileaks, ma anche di molti altri argomenti. Solo più tardi potrebbero essere diffuse le immagini dell’incontro epocale di due Papi, entrambi vestiti di bianco, l’uno accanto all’altro.
Intanto si moltiplicano le dichiarazioni di sostegno a Papa Francesco da parte dei cardinali elettori che stanno tornando in questi giorni nelle loro diocesi sparse in tutto il mondo.
Papa Francesco e Papa Benedetto sono personalità molto diverse. Teologo tedesco l’uno, pastore latino-americano l’altro. Interiore e attento alla liturgia il primo, popolare e più essenziale nelle forme l’altro. Bergoglio fu il contendente di Ratzinger nel Conclave del 2005. Ora raccoglie il suo testimone. E, nonostante le differenze, non mancano i motivi di sintonia.
Joseph Ratzinger ha insistito sulla centralità della questione della fede nella società contemporanea, ha colto l’importanza della questione sociale dedicandogli l’enciclica “Caritas in veritate”, ha avuto uno stile di vita sobrio, ha severamente promosso una linea di trasparenza su questioni spinose come la pedofilia e le finanze vaticane, Ior compreso. Ha incontrato non poche resistenze, e dimettendosi ha rivoluzionato la storia della Chiesa.
Una rivoluzione proseguita, al Conclave, con la scelta del primo Papalatino-americano, del primo Papa gesuita, del primo Papa Francesco della storia. Il quale, consapevole della responsabilità, invita fedeli e interlocutori, con un sorriso, a pregare per lui. Benedetto XVI ha già assicurato la sua obbedienza al successore, prima ancora che venisse eletto, ed ha detto che intende seguire la vita della Chiesa in silenzio e in preghiera. Dopo un paio di mesi in Castel Gandolfo si traferirà nel monastero Mater Ecclesiae dentro il Vaticano. Bergoglio ha telefonato al predecessore immediatamente dopo la fumata bianca, ha espresso più volte stima per Benedetto XVI (“Ha arricchito e rinvigorita la Chiesa con il suo magistero la sua bontà la sua guida la sua fede la sua umità e la sua mitezza”), lo ha chiamato nuovamente per fare gli auguri di buon onomastico il giorno di San Giuseppe. E ora, passati i primi concitati giorni del Pontificato e decantata la pressione mediatica, va a trovarlo.