Con un tweet di poche righe Donald Trump annuncia un avvicendamento assai pesante ai vertici del suo staff. A partire dal 9 aprile prossimo l’ambasciatore John Bolton sostituirà il generale H.R. McMaster nell’incarico di National Security Advisor alla Casa Bianca.
Si tratta di una nomina destinata a far rumore, che determinerà nuovi assestamenti all’interno della leadership americana: nel febbraio del 2017 McMaster aveva preso il posto del gen. Michael Flynn, travolto dall’accusa di aver mentito all’Fbi sui contatti con la Russia nel corso della campagna elettorale e oggi sotto incriminazione nelle indagini condotte dal procuratore speciale Robert Mueller.
Nell’arco dell’ultimo mese si sono succedute non poche indiscrezioni di stampa sull’uscita di McMaster dall’attuale incarico, sia per ragioni di carriera che a causa di una latente conflittualità con il Presidente.
McMaster, generale tre stelle dello US Army, aspirerebbe a conquistare sul campo una nuova stelletta e per farlo necessiterebbe di un impegno operativo, sul campo, in un contesto come quello della crisi nord coreana.
Ancora, tra il generale ed il presidente degli Stati Uniti si sarebbe creato astio a seguito delle dichiarazioni al Security Summit di Monaco, quando H.R. McMAster, dinanzi al ministro degli esteri russo Sergey Lavrov, non esitò ad attaccare Mosca per le interferenze nelle presidenziali del 2016. In seguito a quell’episodio Trump irruppe sulla scena – sempre attraverso Twitter – attaccando la lettura “parziale” del suo national security advisor. Un rapporto guastato in maniera irreparabile, sul quale avrebbero pesato le aspettative di carriera di McMaster.
L’incarico di Nsa sarà, dunque, affidato all’ambasciatore Bolton, cui spetta un compito difficile in un momento particolarmente delicato per i temi della sicurezza internazionale.
Bolton, già ambasciatore statunitense presso le Nazioni Unite per l’amministrazione di George W. Bush (dal 2005 al 2006) può contare su un’esperienza consolidata e di lungo corso nella comunità degli esperti di sicurezza internazionale e vanta le giuste conoscenze negli ambienti di Washington.
Per portare avanti l’incarico di McMaster dovrà trovare la quadra con un capo assai esigente e il giusto equilibrio con la comunità intelligence, profondamente scossa dalle fibrillazioni degli ultimi mesi e dai continui conflitti, più o meno latenti, con Donald Trump.