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Come nasce e si sviluppa il sorpasso a destra della Lega Nazionale

Non c’è da stupirsi che, oggi, la golden share del centrodestra sia passata di mano. Perché è stato il frutto di una concomitanza di fattori, umani e politici, che hanno costruito un puzzle armonico e altamente complesso, basato essenzialmente su tre punti.

Primo. Le parole del governatore ligure Giovanni Toti oggi su Repubblica a proposito del suo partito (“Il problema può essere la classe dirigente. Bisogna valorizzare attraverso la democrazia interna tutte le esperienze amministrative che stanno crescendo. Ed evitare che un gruppo di maggiorenti poco abituato a confrontarsi col consenso si dedichi invece alla gestione del declino, pur di non perdere le proprie posizioni”) sono in pratica le stesse pronunciate nel 2010 da Gianfranco Fini che, al di là delle questioni inerenti il governo di allora, descrivono il trend interno al centrodestra che oggi è fisiologicamente sfociato nel salvinismo capace di fagocitare la leadership di ieri.

Secondo. La declinazione di una proposta politica diretta e non scolorita (per quanto, sul merito, si possa ovvemente discutere circa paletti, coperture e direttrici di marcia) è stata percepita dagli elettori in maniera nitida, con la stessa lunghezza d’onda che fu della prima Forza Italia. Tre slogan tre, all’americana, senza bizantinismi e con un taglio che sia il più pratico possibile.

Terzo. L’ombra alle spalle del leader, ovvero quel Giancarlo Giorgetti capace di studiare davvero i dossier più strategici, di correggere la rotta verso una strategia fatta al 50% di originalità e al 50% di radicamento territoriale e quindi capace di incassare i voti della fu Alleanza Nazionale.

Non a caso Giorgetti è per Salvini come Pinuccio Tatarella fu per Fini quando nacque An. Con un’altra affinità questa volta in chiave Pdl. Prima del predellino gli ex colonnelli di An erano già passati con il Cav.

E oggi qualcuno si azzarda a dire che proprio gli ex colonnelli di Arcore siano già pronti a stabilizzarsi, non a Pontida, ma sotto la nuova cupola del salvinismo 2.0, quel movimento che senza riti e ampolle ha prodotto la nuova Lega Nazionale che guarda al post Nazareno.

twitter@FDepalo


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