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Il filo da tessere delle parti sociali dopo il voto del 4 marzo

Elezioni, pasquino

Il voto del 4 marzo ha segnato una netta linea di demarcazione col sistema politico precedente. Anche i cosiddetti corpi intermedi hanno iniziato ad interrogarsi su come delineare la propria condotta in un futuro prossimo.

I CONGRESSI DI UIL E CGIL

In ambito sindacale lo stanno facendo le strutture verticali ed orizzontali della Uil in vista del Congresso nazionale che la Confederazione, guidata da Carmelo Barbagallo, terrà a Roma tra il 21 ed il 23 giugno. Lo stesso faranno tutte le realtà sindacali della Cgil dall’autunno in poi, dato che il loro congresso nazionale è programmato dal 22 al 25 gennaio a Bari.

IL FORUM DELLA CONFCOMMERCIO A CERNOBBIO

Ma un primo analisi sulle conseguenze della consultazione politica tenuta all’inizio di questo mese c’è stata nei giorni scorsi a Cernobbio grazie al “Forum” organizzato dalla Confcommercio presieduta da Carlo Sangalli.

BARBAGALLO ED IL NUOVO GOVERNO

“Non mi occupo di alchimie politiche – ha detto il leader della Uil Barbagallo rivolto alla platea dei “commercianti”- ma per me è necessario che ci sia un governo con cui confrontarsi su questi temi per il bene del Paese”. Il segretario generale del “sindacato dei cittadini” ha delineato di fatto quella che sarà la sfera d’azione dell’organizzazione in cui ricopre la massima responsabilità: “Il rallentamento dell’economia – ha sottolineato – dipende dal ridotto potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati e dal fatto che i giovani non trovano lavoro. Il potere d’acquisto può essere rivalutato solo in due modi, attraverso i contratti e l’aumento delle pensioni, da un lato, e riducendo il peso del fisco su lavoro e pensioni, dall’altro. Noi abbiamo il costo del lavoro più alto della media europea e i salari sono più bassi della media europea: bisogna agire sul cuneo fiscale a favore dei lavoratori”.

CAMUSSO E L’OTTICA COMUNE CONTRO IL POPULISMO

Nella medesima sede anche Susanna Camusso ha detto la sua ed il suo ragionamento contro il “populismo della spesa” è stato ben sintetizzato da Dario Di Vico sul Corriere della sera: “È necessario -riporta l’editorialista del quotidiano milanese sottolineando l’ammonimento della leader Cgil- elaborare idee che superino la contingenza e muoversi con un’ottica comune delle parti sociali.Se non si opera questo salto di qualità è inevitabile che la domanda sociale,alimentata dalle crescenti diseguaglianze,finisca per essere egemonizzata dalle sirene della spesa pubblica e in particolare dal reddito di cittadinanza”.

IL PERIMETRO DELLO SPAZIO SOCIALE

È evidente il posizionamento del sindacato confederale in attesa che il quadro politico appaia meno nebuloso di quanto è ora: rispetto a chi vorrebbe saltare ogni forma di intermediazione sociale occorre ridefinire il perimetro dello “spazio sociale”, prima attraverso una rinnovata elaborazione politico-culturale e poi mediante un’incisiva azione conseguente. I due congressi confederali di giugno 2018 e gennaio 2019 vedranno Uil e Cgil applicare con modalità distinte proprio questo schema.

COTTARELLI E LA MANOVRA CORRETTIVA

Sempre dall’assise di Cernobbio è emerso, tra i tanti interventi registrati, anche la preoccupazione di Carlo Cottarelli: “Vediamo cosa succederà in primavera -ha segnalato il direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici dell’Università Cattolica- ma non mi stupirei se l’Europa ci chiedesse di fare un adattamento dello 0,2/0,3% sul Pil”. Si tratterebbe di una manovra correttiva di ben 3,5 miliardi di euro. Se questa è l’aria che tira, più che contare sull’attesa di investimenti pubblici occorre trovare risorse tra le pieghe del settore produttivo privato. Lo si può fare trasformando le attuali “performance” riscontrate nelle esportazioni in un fattore strutturale della crescita industriale, nonostante il rischio di dazi che incombe anche sui nostri prodotti, a partire da quelli delle lavorazioni siderurgiche. È importante ricordare che da tempo la nostra manifattura si sta reggendo essenzialmente sulle esportazioni, un fattore che spinge la ripresa con dei “trend” superiori addirittura a quelli dell’ export tedesco.

IL RUOLO DELLE IMPRESE

Ecco che pure i corpi intermedi rappresentati dalle confederazioni degli imprenditori possono avere un ruolo importante sia nell’immediato che nel tempo a venire: non devono limitarsi a chiedere una riduzione del carico fiscale, ma hanno il dovere di svolgere un’azione propositiva su progetti di lungo termine. Ciò significa pianificare investimenti utili ad infrastrutture materiali e digitali, una formazione professionale adeguata per chi lavora, la pressione a favore di un sistema normativo e burocratico più agile ed in linea con quelli dei Paesi concorrenti.

LA CONDIVISIONE NECESSARIA TRA LE PARTI SOCIALI

Altro che disintermediazione! Impresa e capitale umano, ora più che mai, hanno tanto filo da tessere sul piano della collaborazione tra loro. Si tratta di una condivisione necessaria a ritrovare il nesso tra la democrazia partecipativa e l’economia che si trasforma a ritmi sempre più veloci.


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