L’involgarimento e impoverimento culturale della nostra società, culmina con storie come questa. Succede nel momento in cui l’insegnante o il professore – che dovrebbe essere un alleato del genitore e una spalla forte per l’educazione dei nostri figli – viene invece defraudato della sua dignità e del suo potere a partire dai genitori. Questo defraudamento lo abbiamo visto assistendo in questi anni ai continui attacchi verso gli insegnanti e la scuola. Allo smantellamento, un pezzo alla volta dell’autorialità, una delle caratteristiche che un insegnante deve difendere con forza e gelosia se vuole essere rispettato e seguito dai suoi alunni. Un’umanità ancora nella formazione di un’educazione e identità. Difendere la sua autorialità non da solo ma con il sostegno di tutti perché il suo ruolo è fondamentale per la costruzione delle generazioni del futuro.
A un certo punto non ci è andava più bene, e nella boria di arrogante ignoranza si è voluto insegnare agli insegnanti come educare. Genitori che davanti ai figli screditano gli insegnanti prendendo la difesa dei figli. Un passo alla volta, sino a partorire oggi una scuola de-potenzializzata del suo unico ruolo: educare. Insegnanti fantasma, accerchiati e disarmati anche loro ostaggi di una società dove tutti pensano e pretendono di poter fare tutto, vestirsi e svestirsi a proprio piacimento dei ruoli che si sceglie.
Ed eccoli: il genitore che vuole spiegare all’insegnante come si insegna; e il malato che vuole spiegare al medico la cura e come operare; e quello che nella sua breve vita di scrittore ha prodotto solo post su Fb, eppure vuole insegnare anche lui al giornalista come scrivere e di cosa scrivere. E il frustrato di professione che vuole fare il politico di professione, quando non conosce nemmeno la storia del proprio Paese e farnetica di futuro… E la lista, ovviamente, sarebbe ancora più lunga, perché questa prepotente miseria dello stato attuale delle cose, dove il professionismo è diventato ormai un’onta e non un merito di cui andare fieri, ci grida in faccia che ormai siamo andati oltre costruendo una società di bulli. E questa non è una buona notizia.