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Fibra ottica e non solo, perché Deutsche Telekom investe 2 miliardi in Grecia

Deutsche Telekom

C’è un sottile (ma robusto) filo di investimenti e strategie commerciali nato dopo la stabilizzazione dei rapporti economico-finanziari tra Atene e l’Ue, che trova una sintesi nella volontà di Berlino di essere un partner consolidato della Grecia di Alexis Tsipras.

Lo dimostra l’ulteriore passo in avanti che Deutsche Telekom sta compiendo nell’Egeo, con un progetto quadriennale da 2 miliardi euro legato alla fibra ottica, ma che nei fatti è la prosecuzione di un copione fatto da partecipazioni, privatizzazioni e new business lungo due lustri. Non solo import – export da Berlino, ma una fitta rete di iniziative che, partendo dalle telecomunicazioni e dalle forniture militari, si è spinta fino agli aeroporti delle gettonatisisme isole greche.

DEUTSCHE TELEKOM

Deutsche Telekom nei prossimi quattro anni svilupperà con l’ellenica Ote reti di fibre ottiche per uso domestico e 5G in Grecia. In questo modo un milione di famiglie acquisirà una super connessione. La decisione è stata suggellata da un inconto nella sede del governo ateniese alla presenza del premier Tsipras, del numero 1 di Deutsche Telekom per l’Europa Srini Gopalan, del CEO di Ote Michael Tsamaz, del Ceo di Deutsche Telekom Group Tim Höttges.

Quest’ultimo ha detto esplicitamente che l’operazione Ote segue un trend iniziato alcuni anni fa, che ha visto Berlino effettuare massicci investimenti nel paese.

Perché Deutsche Telekom ha scelto Ote? Il Gruppo Ote è il più grande investitore in nuove tecnologie e infrastrutture in Grecia: negli ultimi sei anni gli investimenti hanno superato i 2 miliardi di euro. La fibra Cosmote, con una lunghezza di 43.000 km, consente a oltre 2,7 milioni di famiglie e aziende di usufruire di velocità Internet fino a 200 Mbps e servizi avanzati a banda larga tramite fibre ottiche. Il gruppo ha inoltre installato una rete in fibra ottica di 12.000 chilometri nell’ambito del progetto di banda larga rurale. A ciò si somma il fatto che Ote Group è leader nazionale di telefonia mobile con i 4G coperti per il 98%, ma anche 4G + con il 92%.

DA BERLINO AD ATENE

Un investimento, quello tedesco, che da un lato è una sorta di voto di fiducia per l’economia greca ancora alle prese con la coda del memorandum imposto dalla troika, ma allo stesso tempo rappresenta un passo importante per la sua trasformazione digitale. Inoltre è la plastica continuazione di una strategia costante, che nel tempo ha portato Berlino a mettere più di un piede in settori nevralgici della Grecia.

La Germania stando all’ultimo lustro, ha privatizzato 20 aeroporti regionali (delle isole) grazie a Fraport: con un investimento secco da 2,5 mld che diventa quasi il doppio con opzione su altri. Una mossa che ha dei contorni non solo turistici, ma che investe anche la geopolitica dal momento che le isole greche si sviluppano dallo Ionio sino al Mediterraneo orientale (Rodi inclusa). Un occhio commerciale (e non solo) che consente a Berlino di insrirsi ad ampio raggio nelle dinamiche anche infrastrutturali del Paese.

Altro step significativo quello legato alla logistica. Dopo la mossa “pigliatutto” di Cosco Cina, che ha privatizzato il porto containers del Pireo trasformandolo di fatto nell’hub Mediterraneo per le merci di Pechino, ecco che la Germania ha puntato su Salonicco, un altro snodo primario perché vettore verso la dorsale balcanica e verso quell’est che è player a cavallo tra due continenti.

La tedesca Deutsche Invest Equity Partners, assieme al gruppo greco-russo Savvidis è presente con il coloso marsigliese Cma Cgm. In questo modo i tedeschi garantirscono continuità non solo con i 14 aeroporti già privatizzati dalla Fraport di Francoforte ma anche con il versante bancario, e il gruppo greco russo è lì anche per via della carta dei buoni link imprenditoriali internazionali.

TRA PASSATO E FUTURO

Sono solo alcune delle mosse che si sono intrecciate tra i due paesi, a cui vanno aggiunte quelle che in passato sono finite con un epilogo giudiziario (alcuni ancora in corso). Due sono i grossi scandali che proprio sull’asse Berlino-Atene si sono sviluppati negli anni: lo scandalo Siemens – Ote con le tangenti per le Olimpiadi del 2004 e quello legato ad aziende tedesche per forniture di armamenti alla Grecia, che tra i paesi europei Nato è quella che ha speso di più.

Il primo è sfociato in un processo la scorsa estate, 10 anni dopo che i magistrati avevano aperto un’indagine sulle rivelazioni di presunte tangenti da parte della filiale greca di Siemens ai partiti ellenici per ottenere contratti pluriennali. Il processo dovrebbe durare fino al 2020 anche perché ha già subito due rinvii: uno perché gli atti d’accusa non erano stati tradotti anche in tedesco e in francese per mancanza di interpreti e il secondo per l’improvvisa rinuncia di un giudice.

Il secondo ha visto nascere l’inchiesta dopo le rivelazioni dell’ex direttore della Difesa di Atene, Antonis Kantàs, che ha rivelato ai magistrati di essere stato corrotto con un “numero imprecisato di borsoni contenenti banconote di grosso taglio” per favorire l’acquisto di carri armati Leopard e munizioni. Nell’inchiesta è finito anche un sottomarino con timone rotto acquistato da Atene.

twitter@FDepalo


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