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Ancora un bilancio in utile per la Popolare di Bari. Aspettando la spa

Di Rino Moretti

La Popolare di Bari mantiene ferma la barra, chiudendo un 2017 all’insegna dell’utile. L’istituto pugliese guidato dal ceo Giorgio Papa  e presieduta da Marco Jacobini (nella foto), ha appena approvato l’ultimo bilancio, ancora in territorio positivo. Lo dicono i numeri, innanzitutto.

L’istituto pugliese ha archiviato il 2017 con un risultato netto consolidato di un milione di euro, in forte calo rispetto ai 5,2 milioni del 2016. Una flessione causata da una rettifica di avviamenti per 18,5 milioni, compreso l’apporto al Fondo Atlante per i salvataggi bancari, al netto della quale il risultato sarebbe stato di 13,4 milioni.

Il tutto ha consentito all’istituto pugliese di continuare a lavorare all’incorporazione del polo bancario abruzzese, avvenuta a metà del 2016, con l’acquisizione di Caripe e banca Tercas. Tornando ai numeri del 2017,  l’attivo totale è risultato in crescita del 6,1%, da 13,6 miliardi di euro di fine 2016 a 14,4 miliardi, mentre la raccolta totale si è attestata a 14,9 miliardi di euro (+10,2%), con la componente diretta attestata a 10,8 miliardi (+14,7%) e con quella indiretta a 4 miliardi, in linea con quella dell’anno precedente (4,1 miliardi).

Ancora, gli impieghi netti a clientela, pari a 8,9 miliardi di euro, evidenziano una contenuta riduzione (-3,2%), “legata alla decisione di focalizzarsi sui settori economici di prevalente interesse”, hanno spiegato dalla Popolare di Bari. Un ultimo indicatore, i coefficienti patrimoniali indicativi della solidità della banca, che si attestano al 10,2% in riferimento al Cet1 ed al Tier 1 Ratio (il dato era del 9,2% a giugno 2017), e al 12,7% (Total Capital ratio, in crescita dal 12,0% a metà anno).

Il dossier più importante rimane comunque quello relativo alla trasformazione in spa, dopo il parere favorevole della Consulta (qui il focus di Formiche.net) alla riforma delle banche popolari voluta nel 2015 dall’allora governo Renzi. La banca barese, insieme alla popolare di Sondrio, è infatti l’unica che deve ancora procedere al cambio di statuto. “In relazione alla trasformazione in spa la Banca Popolare di Bari, dopo aver positivamente accolto il pronunciamento della Corte Costituzionale del 21 marzo, ha ripreso le attività necessarie a pervenire all’allineamento alle previsioni di legge”, si legge nella nota che accompagna il bilancio.

A caldo l’istituto aveva accolto con favore la decisione della Consulta “che pone fine ad una situazione di grande incertezza, che fin dal dicembre 2016 ha condizionato le scelte strategiche dell’Istituto e ha generato diffuse preoccupazioni negli stakeholders sull’esito del pronunciamento: la conferma della costituzionalità dell’impianto normativo di riforma pone ora la Banca Popolare di Bari e i suoi soci sullo stesso piano delle altre ex cooperative che hanno già realizzato la trasformazione e consente di programmare con consapevolezza il futuro percorso di cambiamento, prodromico al perseguimento degli obiettivi di ulteriore crescita e rafforzamento a sostegno dei territori in cui la banca è storicamente presente”.

 


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