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La classe media della santità. Ecco la nuova bussola di Francesco

Papa Francesco

Sarà presentata il prossimo 9 aprile la nuova Esortazione apostolica di papa Francesco, la terza del suo pontificato, dopo Evangelii Gaudium e Amoris Laetitia. Il tema al centro della riflessione sarà la santità. Papa Bergoglio ha parlato spesso della santità, ed è interessante notare che il libro di padre Diego Fares, “Dieci cose che Papa Francesco propone ai sacerdoti” e da Francesco donato a tanti religiosi che ha incontrato in Vaticano nei giorni precedenti la Pasqua, comincia con il ricordo di quanto disse il cardinale Bergoglio in occasione della festa di san Gaetano, in Argentina patrono del pane e del lavoro: “Quando si porge la spalla – quella spalla che sta vicina al cuore, così vicina che il peso si avverte direttamente -, si trova il proprio posto nella vita. Quando porgiamo la spalla alle necessità dei nostri fratelli, allora sperimentiamo, con stupore e gratitudine, che un Altro porta in spalla noi”. Si va dunque subito al nesso tra vicinanza offerta e il dono ricevuto. E poco dopo, in questo libro, si passa a grandi uomini di Dio che “si caricano sulle spalle i problemi senza capire”, Abramo, Mosè, san Giuseppe. Dunque così possiamo farci l’idea, per venire all’esortazione apostolica di prossima pubblicazione, di una santità offerta a tutto il popolo di Dio, pronto a offrire la spalla.

Il 14 aprile 2013, nella Basilica papale San Paolo fuori le Mura, ha ricordato in queste ore Luis Badilla, nella sua omelia dedicata al significato di tre verbi: “Annunciare, testimoniare e adorare”. Francesco ha detto: “Ci sono i santi di tutti i giorni”, i santi nascosti, una sorta di “classe media della santità” di cui tutti possiamo fare parte. Ma in varie parti del mondo c’è anche chi soffre, come Pietro e gli Apostoli, a causa del Vangelo; c’è chi dona la sua vita per rimanere fedele a Cristo con una testimonianza segnata dal prezzo del sangue. Il papa ha poi aggiunto a braccio – senza citare nessun nome – “sì, una classe media della santità, come dice uno scrittore francese”. Si riferiva al francese Joseph Malégue, scrittore che conosce in profondità, in particolare la sua trilogia incompiuta, alla quale accenna nel libro “El Jesuita”, (di Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti).

Nella più famosa delle sue interviste, quella concessa a padre Antonio Spadaro, papa Francesco afferma : “Io vedo la santità nel popolo di Dio, la sua santità quotidiana. C’è una ‘classe media della santità’ di cui tutti possiamo far parte, quella di cui parla Malègue”.

La santità dunque per Francesco è un dono, che viene offerto a chiunque da parte sua offra la spalla, dunque un’offerta gioiosa, come ha capito chiunque abbia sentito papa Francesco parlare della tenerezza di Dio. Si può azzardare, un po’, dicendo che il senso dell’umorismo farà bene, per papa Francesco, per provare ad avvicinarsi alla santità. Sempre leggendo il bel libro di padre Diego Fares infatti apprendiamo che, coerente con il suo modo di essere, Bergoglio ha raccomandato di non perdere il senso dell’umorismo. Di questo ha parlato anche in interviste.

Inutile dilungarsi in ricerche al riguardo di un testo che uscirà nei prossimi giorni e che quindi presto conosceremo per quello che dice e non per quello che immaginiamo che dica. Ma certamente in un tempo così difficile per l’accoglienza, la solidarietà, la fratellanza, questa esortazione apostolica sembra giungere proprio al momento opportuno e, forse, necessaria. Un’ idea di santità popolare, alla portata di tutti, è proprio quello che un tempo di diffusi smarrimenti come questo sembra richiedere.



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