Skip to main content

Non sprechiamo il tempo da qui a giugno in attesa che giunga il nuovo governo

4 marzo

La Uilm celebra il suo Congresso nazionale in un momento delicato per la vita del Paese. Le accellerazioni dell’economia reale sono sempre più veloci, mentre gli scossoni derivanti dal voto politico rischiano di determinare un vuoto colmo di incertezze.

I CONGRESSI DI UIL E UILM

Basti pensare che l’assise congressuale dei metalmeccanici della Uil si svolgerà tra pochi giorni, mentre rimane in carica un governo per la gestione degli affari correnti. Il congresso della confederazione sindacale di riferimento, invece, si terrà dal 21 giugno, quando, molto probabilmente, si sarà insediato un esecutivo nel pieno dei poteri e col sostegno di una sufficiente maggioranza parlamentare. È importante che non trascorra invano il tempo che intercorre da questa primavera all’inizio dell’estate.

LE SCELTE DA FARE SECONDO I SINDACATI METALMECCANICI

I sindacati metalmeccanici, a partire dalla Uilm, auspicano una politica industriale caratterizzata da riforme strutturali, ma soprattutto chiedono che gran parte delle vertenze di crisi, tuttora “in itinere” presso il dicastero dello Sviluppo economico, trovino un epilogo positivo. Prima fra tutte, quella dell’Ilva che abbisogna in tempi celeri di un accordo sindacale determinante per assicurare, attraverso i nuovi acquirenti di Arcelor Mittal, un concreto futuro al più grande gruppo siderurgico italiano, basato sulla salvaguardia dei livelli occupazionali, della tutela della capacità produttiva, sull’adeguato risanamento ambientale.

LE PRIORITÀ DI FEDERMECCANICA

Anche gli imprenditori metalmeccanici si sono fatti sentire mediante un “libro-manifesto” redatto da Federmeccanica. Dario Di Vico, sulle colonne dell’inserto del Corriere della sera, “L’Economia“, ci fa sapere come l’industria manifatturiera italiana vuol rispondere alle sfide poste dalla trasformazione digitale e la ripersonalizzazione del mondo della produzione. “L’impresa italiana – riporta l’editorialista suddetto a proposito del testo in questione – se vuole far fronte a questo nuovo scenario deve essere capace di reinventarsi, non accontentarsi di aver dimostrato resilienza nei confronti della crisi, non appagarsi della riorganizzazione che pure ha portato avanti controvento, nemmeno bearsi dei successi ottenuti con l’export, ma creare le condizioni per restare competitiva nel medio periodo”.

CRESCEREMO UN PUNTO IN MENO RISPETTO AGLI ALTRI PAESI UE

Sono proprio le complicazioni derivanti dalla recente competizione elettorale a consigliare di tener alta la guardia, perché rendono oggettivamente difficile l’applicazione di misure utili ad agevolare la crescita. “Continueremo a crescere intorno all’1,5% – ricorda l’ex premier Romano Prodi – cioè quasi un punto in meno rispetto alla media europea.La parte più positiva sarà ancora una volta costituita dagli investimenti industriali e dalle esportazioni, mentre i consumi aumenteranno in linea con il modesto sviluppo del reddito”.

UN GOVERNO CHE AFFRONTI LE EMERGENZE ECONOMICHE

Anche questa previsione dimostra come sia necessario un Consiglio dei Ministri che agisca nel pieno delle sue funzioni: “L’auspicio – ha più volte sollecitato Carmelo Barbagallo, leader della Uil – è che si formi subito un Governo in grado di affrontare efficacemente le emergenze economiche, a partire dalle questioni connesse al lavoro. Servono investimenti pubblici e privati e serve una riduzione delle tasse a favore dei lavoratori e dei pensionati. Solo su queste solide fondamenta si può basare lo sviluppo del Paese e solo a quel punto potremo registrare dati non più altalenanti, ma strutturalmente in crescita”.

LA NECESSITÀ DEGLI INVESTIMENTI

Da qui a giugno, cioè nell’arco temporale che intercorre tra i congressi della Uilm e della Uil, il tempo non va sprecato. Occorre, innanzitutto, incrementare gli investimenti diretti alle opere pubbliche e al settore del manifatturiero. E subito dopo occuparsi del rilancio del Meridione, della riduzione del peso fiscale, del ridimensionamento del debito pubblico, della lotta all’evasione fiscale. Insomma, è strategico, fin da subito, approntare una azione economica che guardi alla crescita economica degli altri Paesi europei, per fare almeno qualche passo in avanti e non il contrario.


×

Iscriviti alla newsletter