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La minaccia jihadista vien per mare. Anche in Italia

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Cresce il livello di attenzione nei confronti della minaccia jihadista sulle nostre coste. L’operazione Skorpion Fish 2, coordinata dalla Procura di Palermo guidata da Francesco Lo Voi è culminata oggi con il fermo di 13 persone che, appartenenti a un’organizzazione a delinquere, organizzavano dei “viaggi fantasma” con dei gommoni che facevano la spola tra Tunisia e Sicilia. E proprio le indagini condotte sul caso hanno messo, inoltre, in luce la presenza anche di alcuni soggetti con orientamenti estremisti che manifestavano atteggiamenti ostili alla cultura occidentale, facendo anche propaganda sui social.

Diverse sono le intercettazioni che hanno portato gli inquirenti ad approfondire maggiormente la questione. Tra queste, infatti, ce ne sarebbe una in cui due affiliati dell’organizzazione parlando con uno dei promotori manifesta chiaramente l’intenzione di un soggetto terzo di andare di Francia per compiere azioni pericolose da cui sarebbe anche potuto non tornare, invitando quest’ultimo a pregare per lui. Il soggetto in questione sarebbe Abdelhak El jabiri alias Chtewi che all’epoca dei fatti, settembre 2017, si trovava a Milano. Ed è sempre di quel periodo un’altra preoccupante intercettazione nella quale lo stesso El jabiri, in viaggio verso la Francia auspicava nell’aiuto di Dio “per compiere quello che deve fare”.

Dall’indagine, seguita dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Federica La Chioma, Claudia Ferrari e Calogero Ferrara è emerso come l’organizzazione criminale, capeggiata da pregiudicati tunisini, adescava i migranti in Tunisia e li accompagnava fino alle proprie basi logistiche a Trapani. Il tutto si aggirava ad un costo che andava dai 3mila ai 5mila euro a testa e, a bordo dei gommoni venivano trasportate anche ingenti quantità di sigarette di contrabbando, che venivano poi smerciate a Palermo nei mercati rionali.

Intanto il capo della polizia, Franco Gabrielli, a margine delle celebrazioni per il 166° anniversario della Polizia di Stato, ha dichiarato la sua preoccupazione sul rischio di presenza di lupi sui barconi che sbarcano sulle nostre coste. “Diversi mesi fa – ha spiegato – eravamo certi che una struttura organizzata non avrebbe mai rischiato uomini in viaggi estremamente fortunosi. Ma nel momento in cui l’Isis, che polarizzava le velleità di questi criminali, si è dissolto, tutto questo può avvenire”. Ha però rassicurato: “Stiamo seguendo con molta attenzione. Il livello di screening è alto e stiamo facendo tutto il possibile”.

In ogni caso, con l’arrivo della bella stagione e il miglioramento delle condizioni meteorologiche, resta alta la preoccupazione che l’associazione possa incrementare le proprie attività e che quindi i flussi migratori dall’Africa verso l’Europa possano aumentare. “Né può sottovalutarsi la circostanza che il fenomeno dei viaggi dei clandestini attraverso la rotta tunisina stia investendo direttamente la sicurezza e l’ordine pubblico dello Stato, – hanno aggiunto i magistrati – essendo le fattispecie di reati contestati idonei a favorire l’ingresso illegale in Europa di soggetti vicini al fenomeno del terrorismo internazionale di natura jihadista”.


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