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Modello Abodi per il calcio italiano, non solo di “B”

Finalmente qualcosa di positivo si muove nel calcio italiano. La notizia è rivoluzionaria, anche perché non arriva dalla prima divisione, bensì dalla seconda, la cosiddetta serie B. Nell’ultima assemblea di Lega di B, guidata dal presidente Andrea Abodi (nella foto), infatti, è stata varata una riforma sostanziale sul tema degli ingaggi dei calciatori. E’ stato fissato un tetto (salary cap) a 300 mila euro (150 mila euro fissi e altri 150 mila su parametri variabili legati principalmente alla performance).

Varata inoltre una riduzione delle rose (dai 24 tesserati attuali al tetto dei 22). Le cifre eccedenti spese dai club finiranno in un “fondo”. Verranno tolte alla mutualità e ritrasferite a chi fa risultati nei tornei giovanili (nella misura del 50% e per il restante 50% a chi rispetterà le nuove regole). Nella prossima riunione di Lega del 5 aprile si parlerà, tra l’altro, di riforma dei campionati, con probabili nuove regole sui play-off e play-out.
E’ singolare, ripeto, che queste novità arrivino dalla seconda divisione (grazie anche al lavoro di staff portato avanti da Abodi con il D.G. Paolo Bedin) e non dalla prima, dove si continua a parlare di “grandi manovre”, ma alla sentiamo (noi addetti ai lavori) sempre le stesse promesse che vanno avanti da anni. Ormai è un tormentone: stadi nuovi, maggiore attenzione ai ricavi, una migliore distribuzione dei diritti tv e stadi finalmente confortevoli. Nella realtà, poi, non succede nulla e vediamo molto difficile che si arrivi a una serie “A” a 16 squadre. Minimo minimo bisognerà aumentare la percentuale di mutualità per i club che dovessero finire in serie B, una volta attuata la riforma.
Capitolo a parte è la situazione della Lega Pro. Si parla anche qui di novità sul fronte della riduzione delle squadre iscritte dal 2014/15. Dai 69 team iscritti a 60. Mario Macalli (presidente della terza divisione) promette di arrivare ad un’unica divisione (con 3 gironi da 20), ma la verità è anche un’altra: la riduzione, ci sarà ma non tanto per volontà della Lega, quanto per la crisi, perché si attendono, a fine stagione, problemi seri per molti club (che potrebbero non riuscire ad iscriversi per il prossimo campionato).
Quello che trovo positivo è che questo rinnovamento parte da un presidente-manager come Andrea Abodi (romano, 53enne), che, per nulla colpito dal passo indietro della votazione in Lega serie A (dove si era presentato insieme a Maurizio Beretta, attuale numero uno), è tornato a lavorare seriamente per migliorare questa seconda divisione, puntando su una “pax sociale” tra i 22 club di B, mentre se pensiamo alla Lega della prima divisione è l’esatto contrario: solo caos e contrasti continui tra big e tra grandi e medio/piccoli club.

Quando la prima divisione capirà che è importante seguire il “modello Abodi” (nel mese di aprile il presidente di B presenterà anche i primi step raggiunti all’interno del progetto “B Futura“) attivato all’interno della “cadetteria”? Speriamo che qualcuno sappia cogliere questa mia sollecitazione, perchè altrimenti il futuro è veramente buio. E non c’è più tempo da perdere.



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