Secondo la stampa americana, tra i grattacapi della Casa Bianca in vista dell’imminente nomina del nuovo direttore generale dello Iom, l’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni, ci sarebbe anche il Vaticano. L’attenzione che la Santa Sede riserva alla questione delle migrazioni è nota e quindi questa preoccupazione non può che sorprendere. Vediamo…
Gli Stati Uniti sono il principale contributore dello Iom, coprendo da soli circa la metà del budget del braccio operativo dell’Onu al riguardo dei migranti, con uno stanziamento annuo di circa 500 milioni di dollari. Per questo, il candidato statunitense alla direzione generale è da sempre il favorito. Con Donald Trump alla presidenza, poi, è noto che la Casa Bianca non sia entusiasta di pagare tanto. Una sconfitta del suo candidato alla direzione generale potrebbe determinare un taglio dei contributi americani esiziale per lo Iom. Così, pochi hanno creduto che una sconfitta del candidato Usa potesse mai verificarsi. Eppure oggi risulterebbe favorito il candidato portoghese. Come mai? Perché poche settimane fa l’amministrazione Trump ha ufficializzato la candidatura dell’evangelico Ken Isaacs.
Anche nel suo caso, come nel caso dell’inquilino della Casa Bianca, è essenziale seguirlo su Twitter per capire per quale motivo Ken Isaacs non riscuota tanti consensi. Infatti molti giornalisti americani sono andati a leggere i suoi interventi su Twitter, prima che il Dipartimento di Stato decidesse di intervenire, rendendo l’account di Isaacs su Twitter “privato”.
Per esempio: dopo l’attentato terroristico di Londra, Ken Isaacs ha risposto su Twitter in termini molto polemici a un vescovo cattolico per il quale “queste azioni non hanno nulla a che fare con la religione”. No, per Isaacs questo è esattamente ciò che il Corano consiglia a tutti i musulmani. Foreign Policy, poi, ha trovato un suo cinguettio che ci riguarda direttamente: è quello nel quale suggerì di costruire un muro sulle e lungo le Alpi per fermare l’invasione dell’Europa da parte dei migranti che giungono dall’Africa. Opera, si può supporre, costosa, e che è valsa al candidato di Trump il soprannome, citato da Foreign Policy, di Hannibal Isaacs. Questo riferimento ad Annibale, pensando alla dinamica dei flussi e al fatto che la rotta balcanica è stata chiusa, induce a chiedersi: l’idea di Isaacs è quella di bloccare tutti i migranti in Italia, costruendo il muro successivamente, cioè lungo le Alpi?
Curioso anche il suo ragionamento nei confronti dei profughi siriani. Ken Isaacs, che visitandoli in Grecia ha detto di aver pianto per loro e di essere fiero di mostrargli l’amore di Cristo nei loro confronti, in precedenza ha ridicolizzato la scelta di Obama di accogliere molti fuggiaschi siriani negli Stati Uniti, definendo stupida. Qui è Facebook il social media prescelto da Isaacs per rendere noto il suo punto di vista.
Il candidato di Trump non è convinto neanche della lotta ai mutamenti climatici come campo d’azione per contenere i flussi migratori. “ Le intese di Parigi? Ridicole” si può leggere in un post citato dal Washington Post, prima che specificasse che tra i diritti garantiti da Dio all’uomo non c’è quello all’acqua potabile: ognuno la vuole, ma non è un diritto, e dunque bisogna lavorare per averla. Come è facile intuire, rispondeva alla decisione dell’Onu che nel 2010 ha riconosciuto il diritto umano all’acqua potabile.