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L’ultima volontà di Berezovsky

Nonostante le ultime volontà “di tornare a casa” espresse in una lettera privata a Vladimir Putin, Boris Berezovsky sarà sepolto in un cimitero di Londra, il Gunnersbury. Per il canale tv russo di opposizione Dozhd – che cita una fonte vicina alla famiglia del magnate caduto in disgrazia e morto dieci giorni fa – la sepoltura si terrà non prima di maggio e sarà in Inghilterra, poiché la maggior parte della famiglia vive in Occidente. Pare inoltre che Caterina ed Elizaveta, le due figlie del magnate in autoesilio, si fossero inizialmente prefigurate un funerale in Russia, ma ci avrebbero ripensato per possibili ritardi burocratici.

La famiglia continua inoltre a contestare la tesi del suicidio: secondo loro Berezovsky stava per volare in Israele e aveva persino comprato un biglietto e prenotato un hotel. Ed è quindi polemica aperta con Mosca.

In precedenza era stato infatti riferito che l’imprenditore poteva essere sepolto in Russia o Israele. In particolare, l’addetto stampa di Putin, Dmitry Peskov, ha detto che pochi mesi prima della sua morte, Berezovsky ha scritto una lettera al presidente russo.

Nella lettera, egli avrebbe ammesso di aver commesso molti errori, e ha chiesto a Putin di permettergli di tornare a casa. Peskov ha detto che la lettera era privata e, pertanto, non è pubblicabile. Tuttavia, i parenti del magnate caduto in disgrazia non hanno confermato queste informazioni. Anzi la figlia Elizaveta Berezovsky ha spiegato che ha saputo della lettera solo attraverso i media. “Ci propongono una specie di gioco, e noi dovremmo perderci del tempo”, ha reagito alla dichiarazione Peskov.

Berezovsky, ex consigliere di Boris Eltsin, era nato nel 1946 in una famiglia di ebrei russi. Dal 2000 viveva nel Regno Unito, dove aveva ottenuto asilo politico, ed ha regolarmente criticato Putin. In Russia è stato accusato di frode, riciclaggio di denaro e di tentativo di rovesciare il governo: è stato condannato per più di una dozzina di incriminazioni, in contumacia.

Berezovsky era diventato un nemico del Cremlino da quando aveva usato il suo impero mediatico per criticare Putin sulla sua gestione della guerra in Cecenia e il disastro del sottomarino Kursk. E da questo avrebbe avuto origine la sua tragedia.



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