Un patrimonio immenso accumulato in trent’anni, composto da 43 tra società e partecipazioni societarie; 98 beni immobili; 7 tra auto, imbarcazioni e motociclette; 66 disponibilità finanziarie, tra rapporti di conto corrente, polizze ramo vita, depositi titoli, carte di credito, carte prepagate e fondi di investimento.
E’ questo il tesoro di Vito Nicastri, l’imprenditore alcamese di 57 anni leader del settore eolico, per il quale la Sezione Misure di Prevenzione Tribunale di Trapani ha emesso il provvedimento di confisca più cospicuo di sempre. Il valore dei beni, infatti, si aggira sul 1,3 miliardi di euro.
La misura di prevenzione patrimoniale scaturisce dalla proposta d’iniziativa del Direttore della Dia, Arturo De Felice, che, attraverso articolate indagini economico-patrimoniali nei confronti dell’imprenditore alcamese, ha consentito di ricostruire il fitto reticolo patrimoniale degli ultimi trent’anni e di rilevare l’esistenza di una consistente sperequazione tra i beni posseduti ed i redditi dichiarati.
Coinvolto nella maxioperazione “Eolo”, le indagini che hanno interessato Nicastri, hanno fatto emergere come l’imprenditore mantenesse strette relazioni con numerosi e qualificati esponenti mafiosi. Un ruolo, il suo, confermato dall’interessamento dei due boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo alle sue vicende imprenditoriali; al punto che il nome di Nicastri compariva nei “pizzini” trovati nel covo dei due capimafia arrestati nel 2007.
Ma i rapporti “pericolosi” del “re” dell’eolico furono anche con persone vicine a Matteo Messina Denaro, attuale primula rossa di Cosa nostra, e con alcune`ndrine calabresi.
Il provvedimento di confisca di oggi è in assoluto il più consistente mai operato in Italia in applicazione della normativa antimafia, e segue l’aggressione ad altri patrimoni milionari, sequestrati e confiscati a noti imprenditori nel campo della grande distribuzione, del ciclo del cemento e della sanità e, di fatto, sottrae smisurati capitali e credibilità a cosa nostra, incidendo in modo significativo anche nella gestione economica del Matteo Messina Denaro, che di quel territorio è considerato il “dominus”.
La confisca record dei beni a Nicastri si aggiunge agli ultimi sequestri operati dalla DIA nel territorio trapanese, che stanno notevolmente impoverendo il potere economico del capomafia latitante.
Il provvedimento emesso oggi contiene, inoltre, anche l’applicazione della misura di prevenzione personale nei confronti di Nicastri Vito, di sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune di Alcamo per tre anni.