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La “vitalità” del Coro Gregoriano del Conservatorio Rossini

È giunta alla ventiduesima edizione l’esecuzione della Messa Solenne con canto gregoriano promossa dal Conservatorio Statale Rossini nel periodo liturgico pasquale. Domenica 20 maggio alle ore 18 la celebrazione, promossa in collaborazione con l’Arcidiocesi di Pesaro e con la Comunità dei Frati Servi di Maria, è stata officiata nel Santuario della Beata Vergine delle Grazie dal Priore della Comunità Padre Luciano Panicali.

Sotto la direzione del professor Gabriele Gravagna da diversi anni è all’opera il Coro Gregoriano del Conservatorio Statale Rossini nel quale confluiscono musicisti di varia estrazione accomunati da un profondo interesse per il canto gregoriano. La valorizzazione di questo storico settore musicale è stata particolarmente curata dal Conservatorio che nel 2000 ha adottato una deliberazione del Consiglio di amministrazione per annoverare il Coro tra le articolazioni artistiche permanenti dell’Istituto. Come osserva il professor Gravagna, “intento primario del Coro è il recupero filologico del gregoriano perseguito attraverso lo studio dei più autorevoli codici dei secoli X, XI, e XII”. Contestualmente l’attività del Coro è finalizzata alla diffusione e alla restituzione del repertorio soprattutto in ambito liturgico in base al convincimento che il gregoriano, quale canto della Parola, trova la sua ragione di essere soprattutto quando viene eseguito all’interno del rito.

Da tempo hanno acquistato consistente spazio nuove espressioni musicali che accompagnano la liturgia, non sempre accolte con entusiasmo. Ma non sembra opportuno sollevare dissenso perché la vita e il mondo sono progressione e il nuovo va sempre sperimentato, lasciando poi all’esperienza il compito di filtro tra ciò che diventa patrimonio acquisito e ciò che invece rifluisce nel caduco. Ciò pertanto significa che il consolidato patrimonio acquisito non venga dismesso, trascurato, ritenuto non più attuale. Per cui l’attenzione riservata dal Conservatorio Statale Rossini al canto gregoriano, con impegno scientifico e didattico che ha pochi eguali in Italia, risponde appunto a questa esigenza, di mantenere sempre viva la ricchezza dell’apporto allo spirito ed alla cultura che tale straordinario settore musicale continua ad assicurare. Nonostante nell’ultimo secolo e mezzo la musica sacra abbia perduto la sua centralità, non è privo di significato che, ad esempio, le esequie (1893) di Charles Gounod vennero, su sua richiesta, cantate in gregoriano. E lo strumento principe di tale settore musicale, l’organo, sta recuperando una attualità straordinaria. Basti considerare le parole di Kit Downes (di Norwich, classe 1986), considerato punta di diamante della scena jazz contemporanea: “Pur sembrando legato al passato, è uno strumento speciale e dal terreno ben più fertile di quello di altri strumenti: specie per le sue ricche potenzialità sonore che rendono possibile miscelarlo con timbri di vario genere, dalla voce a percussioni e persino elettronica”. Strumento storico da tempo fin troppo confinato a musica sacra o antica, secondo Downes “l’organo è profondamente radicato in ciò che possiamo chiamare musica spirituale”.

Nè mancano iniziative “laiche” promosse ad alto livello per ravvivare la musica sacra. Alexander Pereira, sovrintendente della Scala, ha attivato un festival di musica sacra a Pavia, città nelle cui chiese e basiliche da domenica 27 maggio arriveranno grandi interpreti internazionali. Si inizierà con la Petite Messe Solennelle, di Gioachino Rossini, eseguita dal coro della Scala diretto da Bruno Casoni con i solisti Rosa Feola, Veronica Simeoni, Francesco Meli, Gianluca Buratto. Sarà anche un omaggio al pesarese nell’anno dedicato alla celebrazione del centocinquantesimo della sua scomparsa. Sede: la Basilica di San Michele. Seguiranno le cantate di Bach, il Requiem di Vedi, Les musiciens du prince di Manuel Garcia e la Missa solemnis in do minore di Mozart. Secondo l’autorevole sovrintendente “tra le più belle pagine scritte dai compositori di tutti i tempi ci sono quelle di musica sacra. Pagine create per le chiese dove però purtroppo si eseguono di rado”. È vero, ma anche in campo ecclesiastico non mancano qualificate manifestazioni, gestite con rigore. Nei giorni scorsi, ad esempio, presso la Basilica di Santa Maria Ausiliatrice di Roma sono stati premiati i vincitori dell’International Competition of Sacred Music Composition Papa Benedetto XVI. Il bando aveva richiesto ai partecipanti, provenienti da tutto il mondo, di comporre un Kyrie per coro a quattro voci e organo ad libitum. La giuria ha deciso alla unanimità di non assegnare il primo premio mentre al secondo posto si è classificato Jacopo Aliboni.
Si sostiene come sia nel passato sia anche nel nuovo, affondi le sue radici: ed è in tale armonico coniugio che inni, canti e musica, cui le Scritture chiedono di onorare l’Altissimo, continuano ad essere vivificati. E, come insegna sant’Agostino, “chi canta prega due volte”.

Giorgio Girelli, Presidente del Conservatorio statale di musica Rossini

(Foto: Ambasciatore Giorgio Girelli e il cardinale Vallini)


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