Come hanno ricordato alla redazione giornalistica di Sky, nel loro archivio v’è un intervento di Luigi Di Maio il quale nel febbraio scorso, affermando che Carlo Cottarelli era una figura interessante, capace di mettere nero su bianco i tagli necessari della spesa pubblica, aveva aggiunto poi che i partiti avevano commesso un grave errore a metterlo da parte. Il leader del Movimento Cinque stelle aveva auspicato infine di potersi confrontare con l’autorevole economista proprio sulle riduzioni mirate e non lineari della spesa pubblica.
Ecco, ora Di Maio avrebbe l’occasione per poterlo fare, perché – indipendentemente dalla durata del nuovo esecutivo – è bene che tutti i partiti (Lega e Cinque Stelle in testa avendo sottoscritto dopo le elezioni un contratto di governo) dicano esattamente dove sarebbe necessario ridurre la spesa pubblica del nostro Paese, per quali importi, intervenendo in quali capitoli del bilancio, operando in quali tempi e attivando quali procedure. È assolutamente necessario che questo accada perché – ancor prima che si discuta in sede europea sugli eventuali margini di flessibilità da richiedere (o da imporre) – si sappia dove e come recuperare almeno una parte delle risorse che si intendono destinare a reddito di cittadinanza o alla flax tax.
Sotto questo profilo nel contratto di Lega e Movimento 5 Stelle era scritto che si sarebbero reperite ingenti risorse tagliando gli sprechi della spesa pubblica, ma non si scendeva poi nel dettaglio individuando con precisione i settori sui quali operare e le quantità di impieghi da ridurvi. Basterebbe al riguardo leggersi quanto ha scritto Cottarelli con assoluto rigore documentario sugli acquisti della Pubblica amministrazione nel 2016 per constatare come sarebbe possibile e necessario intervenire con misure anche molto forti per centralizzare sempre di più acquisti che, non passando ancora dalla Consip, non consentono ancora i risparmi che pure sarebbe possibile ottenere.
Ma se si ambisce candidarsi a guidare il Paese è indispensabile dire con chiarezza dove ridurre gli sprechi e come recuperare i mezzi utili per specifici interventi di detassazione o di sostegno sociale presentati con grande enfasi in campagna elettorale e ripresi poi in un contratto di governo.
Naturalmente questo – che a nostro parere è un vero e proprio imperativo categorico – è valido per tutte le forze politiche chiamate a spiegare con chiarezza ai cittadini dove si intende reperire le risorse per rispondere a loro conclamate esigenze. E questa azione è ormai ineludibile, e senza imputare poi alla Germania l’eventuale mancato raggiungimento degli obiettivi di risanamento della nostra spesa pubblica che tocca a noi e solo a noi conseguire. Senza se e senza ma.