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Trump, i dazi sull’acciaio e il Wto. Parla Beniamino Quintieri

La guerra globale dei dazi è scoppiata. E allora tanto vale chiedersi se sia il caso di riscrivere le regole internazionali del commercio, supervisionate dal Wto. Ma non così, non a colpi di tariffe e barriere, come sta facendo Donald Trump, fresco di attacco frontale all’Europa su materie prime strategiche (acciaio e alluminio) per interi comparti, l’auto su tutti, (qui l’approfondimento di Formiche.net sullo scontro ingaggiato dalla Casa Bianca).

Beniamino Quintieri, presidente della Sace (nella foto), la società controllata da Cdp attiva nell’assicurazione dell’export, la mette più o meno in questo modo: “Sono convinto che delle regole vadano riscritte, in questi anni l’organizzazione mondiale del commercio ha perso di efficacia, non punendo a dovere episodi di dumping. Inevitabile che a questo punto si debba alzare l’asticella delle regole”. C’è però modo e modo per farlo e quello di Trump con ogni probabilità non è quello più consono. “Ci sarebbe da sedersi tutti intorno a un tavolo e discutere, con toni pacati. Questa sì che sarebbe una scelta vincente”.

Ma che cosa c’è dietro l’ultima zampata commerciale, certamente annunciata, di Trump? “La stretegia è stata chiara, fin da subito. Cercare di cambiare gli equilibri, le regole assicurandosi il sostegno dell’Europa, con la minaccia di imporre dazi. Ma l’Ue, per fortuna, non ha seguito la strada del presidente americano e ha detto no. Alla fine Trump non ha avuto scelta, come si è visto. Non è tutto però. Perché naturalmente un ruolo importante lo ha avuto la campagna elettorale, condita con del populismo. Trump aveva promesso a un certo elettorato industriale, che poi l’ha votato, delle misure di protezione e le ha attuate”.

Rimane però una domanda di fondo. Che cosa rischiano ora le aziende italiane? Quintieri ostenta una certa cautela, anche se non nasconde la preoccupazione. “I dazi americani per ora riguardano alluminio e acciaio, l’Italia produce acciai più pregiati. Ma detto questo diciamo una cosa. Il rischio reale è che a dazio segua dazio, avviando una spirale che finirebbe con il frenare gli investimenti in Italia. E sappiamo tutti quanto questo Paese abbia bisogno di investimenti”.

Uno scenario quanto meno possibile se si considerano le parole del presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker.  “Mi dicono che gli Usa metteranno fine all’eccezione che avevano concesso all’Ue e ad altri dai dazi sull’acciaio e l’alluminio, è un brutto giorno per il commercio mondiale. L’Ue non può non reagire. Introdurremo immediatamente un’iniziativa nell’ambito del mdeccanismo di risoluzione delle controversie del Wto, fino a che, nelle prossime ore, prenderemo delle misure di compensazione: ciò che possono fare loro siamo in grado di farlo anche noi”. Chiaro, no?


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