L’uso dell’Intelligenza artificiale rappresenterà un aspetto decisivo anche in campo militare. Per questo, il Pentagono sta lavorando a un piano per mettere in piedi un centro al fine di ottimizzare la miriade di programmi di Ia del dipartimento della Difesa. L’idea, giunta dopo diverse dichiarazioni preoccupate per gli investimenti di Pechino per sviluppare capacità in questo settore (secondo alcuni analisti, di questo passo, entro il 2025, potrebbe superare Washington), è stata annunciata di recente dallo stesso segretario alla Difesa, Jim Mattis, parlando alla commissione Forze armate della Camera.
Ad agitare gli Stati Uniti, come testimonia un report realizzato dal think tank Usa Brookings Institution, è il fatto che i cyber-attacchi cedono sempre più il passo a nuove forme di guerra ibrida che alcuni Stati – Pechino ma anche Mosca, su tutti – starebbero mettendo a punto partendo dallo sviluppo di tecnologie come l’Intelligenza artificiale (in special modo il machine learning) combinate a un sapiente utilizzo di Big data. Non è ancora chiaro dove sarà collocato il centro e chi dovrà guidarlo, ma svolgerà un ruolo importante. Al momento, infatti, il dipartimento conta circa 600 progetti con una qualche forma di Intelligenza artificiale, anche se non tutti hanno rilevanza strategica per l’utilizzo di questa tecnologia. Ancora da costruire anche le essenziali partnership con l’accademia e il mondo della ricerca.
Gli esperti naturalmente auspicano, e non potrà essere altrimenti, che il centro di Intelligenza artificiale operi in congiunzione con una o più università, al fine di massimizzare il numero di voci all’avanguardia coinvolte nel progetto. Il più grande vantaggio derivante dalla creazione di un centro di questo tipo, rilevano gli addetti ai lavori, potrebbe arrivare da un posto dove far convergere una grande mole di informazioni da utilizzare per far apprendere l’Ia. C’è da risolvere, però, anche un altro problema: quello relativo agli investimenti e al coinvolgimento dei privati, anche per ciò che riguarda le applicazioni civili di questa tecnologia. Per questo, all’inizio di maggio, la Casa Bianca ha chiamato a raccolta i colossi del web come Facebook, Amazon, Google e Microsoft, ma anche manager di gruppi come Boeing, Ford, MasterCard e Pfizer, oltre a esponenti del Pentagono e di varie agenzie. La prima mossa annunciata è stata la creazione di un comitato che intende coinvolgere alcune delle menti migliori dei mondi dell’industria, dell’accademia e delle istituzioni.
L’obiettivo è quello di creare uno spazio di discussione per elaborare una strategia concreta che miri a coordinare gli sforzi federali relativi all’Ia, operando a stretto contatto con l’amministrazione all’interno del comitato tecnologico del Consiglio nazionale della scienza e della tecnologia, presieduto al momento dallo stesso presidente. Il comitato perseguirà la sua missione in vari modi, contribuendo anche a definire gli obiettivi di ricerca e sviluppo inter-agenzia, coordinando i piani di ricerca. Durante l’incontro, l’amministrazione americana si è impegnata anche a investire nell’Ia in prima persona, auspicando che ciò possa moltiplicare l’efficacia di quanto messo in campo dal settore privato, facendo del tema una componente-chiave della richiesta di budget in ricerca e sviluppo per il 2019. Tra i vantaggi menzionati, oltre a quelli inerenti la sicurezza, c’è un maggiore uso del software di automazione all’interno del governo federale. Tuttavia, si è sollevata anche la nota preoccupazione sempreverde che accompagna le conversazioni su questa tecnologia, ovvero come rimediare alla probabile perdita di posti di lavoro che la accompagnerà in una prima fase.