Si alza un nuovo polverone sul governo Lega-Cinque Stelle. Stavolta c’entrano i mercati, lo spread e chi si sarebbe arricchito alle spalle dell’Italia, come il fondo inglese di Alan Howard, AH, che nel solo mese di maggio, nei giorni caldi dello spread alle stelle e della trattativa tra Salvini e Di Maio, ha visto i suoi rendimenti schizzare del 37%, dopo anni di ribassi. Almeno così scrive Federico Fubini sul Corriere della Sera, questa mattina.
Tutto sarebbe iniziato il 15 maggio scorso quando, secondo la ricostruzione del Corsera, l’Huffington Post diretto da Lucia Annunziata avrebbe ricevuto una bozza del contratto penta-leghista, quello originario per intendersi, contenente due bocconi particolarmente indigesti per gli investitori: uscita dall’euro e svalutazione dei titoli italiani in pancia alla Bce, alias congelamento del nostro debito pubblico. Poco importa che tali misure siano poi sparite dalle versioni precedenti del contratto, da quel giorno è partita una speculazione aggressiva e ribassisita sui nostri titoli che, nel caso del fondo inglese in questione, ha portato rendimenti vicini al 40% in una manciata di giorni.
Che il rischio di una speculazione ci fosse era evidente e forse lo è ancora, come ricordato ieri dall’ex direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano in un’intervista a Formiche.net. Ma quanto emerso dalla stampa è abbastanza per scatenare la rabbiosa reazione delle opposizioni, che chiedono un immediato intervento della Cosnob, chiamata a vigilare (e a intervenire) sulle oscillazioni del mercato, specialmente quando frutto di speculazioni.
Il primo ad aprire il fuoco è stato Michele Anzaldi, deputato dem e non certo digiuno di macroeconomia. “Qualcuno ha speculato sui risparmi degli italiani utilizzando la crisi politica di queste settimane per fare soldi? Qualcuno si è arricchito sulla pelle dell’Italia manovrando la crisi politica, mentre il nostro mercato perdeva 400 miliardi di valore in azioni e obbligazioni pubbliche o private, per due terzi a carico di cittadini italiani? Lo scenario raccontato è scioccante e mostra veri e propri possibili risvolti criminali, è necessario che la Consob indaghi immediatamente, faccia luce su questa opaca vicenda, spieghi agli italiani cosa è successo e verifichi anche se qualche storica banca d’affari italiana è coinvolta”.
Anzaldi sposa la tesi di Fubini. “La svolta per il Fondo sarebbe stata l’uscita della prima bozza del contratto di governo Lega-M5s, diffusa su Huffington Post, che trasformava in provvedimenti esecutivi del nuovo governo alcune posizioni devastanti per la nostra economia come l’uscita dall’euro e l’intenzione di azzerare i titoli di Stato comprati dalla Bce. Da quel momento il Fondo AH ha spiccato il volo, mentre il mercato italiano crollava e accumulava centinaia di miliardi di perdite grazie alla propaganda dei partiti di Di Maio e Salvini. Gli economisti della Lega hanno nulla da dire? Borghi, che si è scoperto essere un investitore esclusivamente su titoli esteri e non italiani, ha nulla da dire? E Bagnai? (Alberto, ndr)”.
“Si può essere bravi e fortunati. Ma sui mercati finanziari quando c’è chi guadagna c’è sempre chi perde. In questo caso i cittadini italiani. Chiederemo a Consob e a chi deve vigilare se è stata solo fortuna o qualcuno ha giocato sporco a spese nostre”, ha invece scritto su Twitter il vicepresidente dem della Camera, Ettore Rosato. “Quanto scrive Federico Fubini stamani sul Corriere è inquietante. I risparmi degli italiani sono un bene di primaria importanza e meritano la piu’ vigorosa tutela. Si faccia subito chiarezza. Un’indagine della Consob e di qualsiasi altra autorita’ ne abbia titolo mi pare il minimo”, insiste su Twitter il senatore del Pd Dario Parrini.
Polemica a parte, quali sono adesso gli scenari? Difficile dirlo, le rivelazioni del Corsera arrivano a un mese dai primi crolli. Consob, che ieri ha siglato la pace con Bankitalia per una vigilanza finalmente congiunta, dopo le fratture sui casi delle popolari venete, potrebbe certamente accendere un faro. Ma contro chi? E per punire chi? Bisogna dimostrare (coi fatti) la connessione tra l’arricchimento del fondo e la divulgazione del contratto di governo. E non è facile.