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Dazi chiamano dazi. Il colpo di mano dell’Europa contro Trump

Trump, Cina, naso sanguinante, congresso

Chissà come la prenderà Donald Trump nell’apprendere che l’Ue ha anticipato di ben otto giorni il varo dei controdazi sulle merci importate dagli Usa? Poche ore fa la Bruxelles ha deciso che le contromisure dell’Unione europea mirate a ribilanciare il commercio in risposta ai dazi statunitensi su acciaio e alluminio (qui l’intervista al presidente della Sace, Beniamino Quintieri) entreranno in vigore il prossimo venerdì 22 giugno.

Un evidente colpo di mano nella guerra commerciale scatenata dalla Casa Bianca (pochi giorni fa Trump ha annunciato altri dazi alla Cina per 200 miliardi), visto che ufficialmente la risposta europea agli Usa doveva arrivare il 1 luglio. “Non volevamo trovarci in questa posizione, ad ogni modo, la decisione unilaterale e ingiustificata degli Stati Uniti di imporre dazi su acciaio e allumino alla Ue non ci ha lasciato altra scelta”,  si è giustificata la commissaria per il Commercio, Cecilia Malmstrom.

Sottolineando che “le regole del commercio internazionale che abbiamo sviluppato negli anno mano nella mano con i nostri partner americani, non possono essere violate senza una reazione da parte nostra”. A fronte di misure statunitensi che colpiscono esportazioni per 6,4 miliardi, la Ue per il momento risponde solo con contromisure su 2,8 miliardi di euro di importazioni a stelle e strisce, dai jeans al whiskey.

Il resto del ribilanciamento, per altri 3,6 miliardi, avrà luogo in una fase successiva, nell’arco di tre anni o dopo che il Wto avrà risolto la controversia tra le due parti. Le misure, precisa ancora la commissione, resteranno in vigore fino a quando lo saranno quelle statunitensi. “Inutile dirlo, se gli Stati Uniti rimuovono i loro dazi, le nostre misure saranno a loro volta rimosse”, ha affermato Malmstrom.

Adesso che succederà? Di sicuro l’Italia ha di che preoccuparsi. “La guerra commerciale dei dazi sottolinea la Coldiretti si estende alla tavola con le ritorsioni dell’Unione Europea che colpiscono le importazioni dagli Stati Uniti di bourbon whiskey, mirtilli, succo d’arancia, fagioli, mais, burro d’arachidi, riso, tabacco e sigari che solo per l’Italia valgono circa 30 milioni di euro nel 2017, oltre che ai manufatti in ferro, acciaio e ghisa, barche, motociclette, abiti e cosmetici”. Parola di Coldiretti.

 


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