I conservatori, parte del governo e gli inglesi tutti sono sul chi va là. Come rivelato dal Guardian, infatti, il governo di Theresa May avrebbe proposto di eliminare il congelamento di otto anni sulle tasse sul carburante. Il che vorrebbe dire per il Tesoro, incassare 800 milioni di sterline in più il prossimo anno, e altri miliardi negli anni a venire. Ma, ovviamente, solo sulla carta.
L’ex ministro Robert Halfon, un critico di lunga data dell’eliminazione del congelamento, ha affermato a più riprese che sarebbe stata una “follia assoluta” dare man forte agli aumenti legati all’inflazione. E ha predetto, senza troppi rischi, che i parlamentari avrebbero lanciato una campagna rumorosa dai backbench contro qualsiasi mossa in tale direzione.
I ministri sono alle prese con il trovare il modo migliore per finanziare la promessa fatta al servizio sanitario che il primo ministro ha messo sul tavolo di governo mesi fa e, contemporaneamente, cercando di non intaccare la promessa del manifesto Tory di eliminare il deficit entro la metà del 2020. Philip Hammond, il cancelliere dello scacchiere, ha detto ai parlamentari che spera nella misura per trasformarla nel migliore finanziamento possibile per il National health service.
Intanto fonti del governo hanno riferito al Guardian che il piano per rottamare il congelamento, prima promulgato da George Osborne, ma proseguito da Hammond, era già “sotto seria considerazione”. Ma Howard Cox, del gruppo di lobbying Fair Fuel Uk, non ha esitato troppo nel condannare la proposta come “politicamente disastrosa”. “I 37 milioni di conducenti nel Regno Unito sono ancora i più tassati al mondo nonostante il congelamento di otto anni. Qualsiasi tentativo emotivo per finanziare l’Nhs sarà suicida per il governo”, ha aggiunto.
Rottamare il cosiddetto congelamento del carburante, una delle politiche di più alto profilo dei Tories, rischia di mandare su tutte le furie diversi parlamentari Tory ora intenti a sottolineare i timori circa l’aumento del costo della vita e che le proveranno tutte pur bloccare la proposta.
Il rischio degli analisti è un destino di nuvoloni neri all’orizzonte della classe media inglese. Aumentare i costi per i conducenti vuol dire, infatti, colpire le piccole imprese, vedere un’impennata per le tariffe degli autobus e i prezzi dei generi alimentari a causa dei costi del trasporto. Se il blocco del prezzo del carburante è stato uno dei grandi risultati del governo, perché invertirlo? Attualmente il carburante è congelato a 57,95 pence al litro dal 2011 e si stima che i costi dei conducenti siano stati ridotti del 13%.
Quando il congelamento dell’imposta sul carburante fu introdotto, era per andare proprio incontro alle esigenze delle famiglie. Si trattava di una sforbiciata dell’imposta sul reddito per oltre 25 milioni di persone, facendo risparmiare al contribuente medio 705 sterline all’anno. Cancellata la tassa sul carburante, le piccole imprese, da allora, sono state aiutate a risparmiare 7 sterline per ogni pieno di benzina effettuato. Per ogni automobilista che ne fa due alla settimana, il risparmio è di 728 sterline annue.
Il fondatore di Fair Fuel Uk, Howard Cox, ha affermato che la proposta sarebbe un suicidio politico per il governo, sottolineando che “i 37 milioni di conducenti del Regno Unito sono ancora i più tassati al mondo nonostante il congelamento di otto anni”.
È stato notato dai commentatori, infatti, che esiste un “grande divario” sul possesso di automobili nel Regno Unito, con cifre che dimostrano che la percentuale di automobilisti nelle città multiculturali di sinistra come Londra e Manchester è minima rispetto alla provincia inglese. Secondo i dati del Dvla pubblicati lo scorso anno, a Tower Hamlets, il borgo nella parte est di Londra, si registra il minor numero di auto a persona, e se ne contano, nell’intera capitale britannica, solo 0,14 auto a testa nel distretto di Londra.
Il che vuol dire che già il costo dell’auto in Gran Bretagna è abbastanza consistente. Dove si arriverà se alla proposta dovesse trovare la sua attualizzazione? Forse ai Tories serve una strategia diversa.