Il contrabbando di tabacchi è un fenomeno criminale molto complesso che genera ingenti danni per l’Erario, la salute dei cittadini, la sicurezza del Paese e dell’Unione Europea. Al di là della stima annuale del consumo di sigarette illegali in Italia – che si attesta su percentuali del 5-6% di sigarette illecite sul totale in commercio e, dunque, lontano dai picchi registrati nei decenni scorsi e negli altri Paesi Europei – quello del contrabbando di sigarette, ormai, è un tema di urgente attualità geopolitica ed economica internazionale che, per il nostro Paese, assume un ruolo strategico, dal momento che l’Italia è interessata dal fenomeno sia come mercato di destinazione finale sia come area di transito dei commerci illegali da e verso gli altri Stati dell’Unione Europea. Tra questi la Grecia ricopre un ruolo cruciale quale principale hub di transito verso l’Italia di illicit whites, ovvero marchi prodotti lecitamente in Paesi extra UE e contrabbandati sul mercato illecito dei Paesi dell’Unione Europea.
Di questo si è parlato all’iniziativa di IntellegIt e Università di Trento con il contributo di BAT che si è tenuta oggi a Roma in cui è stato presentato il rapporto “Il contrabbando di sigarette come fenomeno transnazionale: flussi e connessioni tra Italia e Grecia” curato da Andrea Di Nicola (Professore di Criminologia), e Giuseppe Espa (Professore di Statistica Economica), fondatori di “Intellegit”, la start-up sulla sicurezza dell’Università degli Studi di Trento, e realizzato con il contributo di British American Tobacco Italia (BAT Italia).
Lo studio, giunto alla sua seconda edizione, incrocia i più recenti dati disponibili dalle diverse fonti in materia (Sun Report KPMG, Empty Pack Survey, Mystery Shopper, Istat, Guardia di Finanza, dati BAT), contiene un’analisi dettagliata delle rotte, dei punti di transito, dei luoghi di consumo e di sequestro delle sigarette di contrabbando in Italia e un focus su alcune delle città più rappresentative del fenomeno. Il rapporto inoltre cataloga, per la prima volta in assoluto, tutti i marchi di illicit whites rilevati sul mercato italiano riportando informazioni sul pacchetto, il produttore, il proprietario del marchio ed eventuali varianti, nonché le città di vendita, il prezzo e la quota di mercato. Si tratta di una catalogazione innovativa, utile a realizzare la prima (e unica a livello UE) fotografia precisa del fenomeno con l’obiettivo di contribuire a contrastarlo in maniera capillare. Lo step successivo, suggerito dai ricercatori e dagli esperti, dovrebbe essere la creazione di un unico database internazionale che possa essere costantemente aggiornato e messo a disposizione di tutti gli Stati – e delle relative forze dell’ordine – per realizzare una comune strategia di contrasto che muova da una unica interpretazione del fenomeno.
A introdurre la giornata il sottosegretario di Stato agli Interni Carlo Sibilia. Presenti all’appuntamento, moderato dal giornalista Marco Ludovico, oltre ai curatori dell’indagine anche Filippo Spiezia (Vice Presidente di Eurojust), Elisabetta Poso (Direttore ufficio analisi e strategie di controllo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), Luigi Vinciguerra (Capo Ufficio Tutela Entrate del III° Reparto Operazioni del Comando Generale della Guardia di Finanza), Eirini Gialouri (Direttore Generale del Dipartimento Dogane e Accise del Ministero dell’Economia della Repubblica Ellenica), Claudio Bergonzi (Segretario Generale di Indicam) e Paolo Messa, Direttore del Centro Studi Americani, che ha aperto i lavori.