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Salvare la vita in mare. Il messaggio dei marinai delle Capitanerie di porto al governo

Il Vangelo non si tocca e il Vangelo del marinaio sta nel salvare la vita a chiunque rischi di morire in mare. La festa per il 153° anniversario dell’istituzione del corpo delle Capitanerie di porto – Guardia costiera aveva come sfondo le polemiche interne e internazionali sull’immigrazione, il pugno duro del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, la faticosa compattezza governativa con il titolare delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, e tutto quanto sta accadendo in questi giorni. Polemiche rimaste appunto sullo sfondo perché l’ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante della Guardia costiera, ha semplicemente ricordato lo “sforzo inedito” del soccorso a migliaia di persone “in pericolo di perdersi” nel Mediterraneo centrale rispettando “quel principio non scritto che risiede nell’animo di ogni marinaio: quello di prestare aiuto a chiunque rischi di perdere la propria vita in mare. Un principio che è segno e baluardo distintivo di civiltà”. Un passaggio che ha avuto lo scontato sostegno del capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio Valter Girardelli.

Non è certo in discussione la salvezza di chi è a rischio in mare e lo stesso Salvini l’aveva ripetuto pochi giorni fa parlando a Fermo: “Il mio obiettivo è salvare tutti, soccorrere tutti, ma anche evitare che tutti arrivino in Italia”. Toninelli, alla prima festa del Corpo, ha ignorato le polemiche ricordando che in quattro anni la Guardia costiera ha salvato 600mila vite trovandosi quasi sempre a “essere l’unica, e sottolineo l’unica, a intervenire in un’area estesa circa la metà del Mediterraneo, mare su cui affacciano 23 Paesi”. La linea resta la stessa: se “non c’è passaporto, colore della pelle, lingua e cultura” che possa impedire il soccorso, è indispensabile una condivisione del problema a livello europeo e un supporto alla Guardia costiera libica. Il ministro ha ricordato che è in corso la creazione di un Centro di coordinamento dei soccorsi a Tripoli, l’addestramento di marinai libici, la cessione di imbarcazioni e sono in programma incontri con le agenzie Onu Unhcr e Oim.

Ad ascoltarlo c’erano “sensibilità” politiche diverse. Dal presidente della Camera, Roberto Fico, ai ministri delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio (Lega), e dell’Ambiente, Sergio Costa (quota M5S), oltre agli ex ministri Roberta Pinotti e Graziano Delrio. Anche se abituati a eseguire gli ordini in quanto militari, alla Guardia costiera non deve aver fatto piacere il trattamento subito nei giorni scorsi da Nave Diciotti alla quale furono impediti per molto tempo da Salvini l’attracco e lo sbarco in uno degli scontri più vivaci con Toninelli. Il messaggio dei marinai delle Capitanerie è in sostanza questo: fateci fare il nostro lavoro, la politica è un’altra cosa.



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