Tre letture sul rapporto tra giustizia e politica remano a favore del ministro della Difesa nonostante le polemiche derivate delle sue dichiarazioni nei confronti delle magistratura
Andrea Cangini
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Perché a Giorgia Meloni non conviene candidarsi alle europee. Il corsivo di Cangini
In campagna elettorale, si sa, ci si fa prendere la mano. La necessità di competere con gli alleati e mobilitare la base elettorale sospingerebbe fatalmente Meloni verso temi e toni opportunamente accantonati con l’assunzione delle responsabilità di governo. Sarebbe un balzo all’indietro, con evidenti ricadute negative sulla credibilità internazionale del presidente del Consiglio italiano e di conseguenza sull’interesse nazionale. Un peccato
Ecofin, su cosa si fonda l’inedito ottimismo di Meloni
Meloni è convinta che il bilaterale con Scholz domani si concluderà con un informale via libera tedesco alle richieste italiane in vista dell’imminente Ecofin. Se così sarà, ai partner è già stato assicurato che nella seconda metà di dicembre il Parlamento italiano voterà la riforma del Meccanismo europeo di stabilità… Il commento di Andrea Cangini
Perché è inconcludente il narcisismo della coppia Landini-Schlein. Scrive Cangini
La politica, che sia partitica o sindacale, si fa attraverso il metodo del confronto e con l’obiettivo della mediazione. In alternativa c’è solo la demagogia, che in politica si traduce nel narcisismo più inconcludente. Inconcludente come proclamare un grande sciopero per poi accorgersi che le adesioni nei comparti principali sono state mediamente del 4%. Il commento di Andrea Cangini
Il doppio registro di Salvini non aiuta la Lega e danneggia il governo
Come Bertinotti ai tempi di Prodi, così Salvini nell’era Meloni: leader di lotta e al tempo stesso di governo. Una strategia volta con tutta evidenza a sottrarre voti a Fratelli d’Italia a beneficio della Lega. Sembra, però, che tale sottile strategia non stia pagando. Il corsivo di Andrea Cangini
Premierato, due anomalie non lasciano ben sperare. Il corsivo di Cangini
Il silenzio degli alleati e le scelte comunicative attorno alla riforma sono scelte più tattiche che strategiche, che inducono a un certo scetticismo sull’esito finale della riforma costituzionale
Dai migranti al premierato, l’assurda tendenza al catastrofismo. Il commento di Cangini
Tra le maledizioni che affliggono la politica italiana c’è anche questa: la tendenza a drammatizzare ogni decisione dell’avversario. Si prescinde regolarmente dal merito dei problemi, si delegittimano in radice le scelte che non si condividono e lo si fa stressando il diritto e abusando dell’etica. È un antico vizio. Il commento di Andrea Cangini
Altro che strapotere di Palazzo Chigi, si delinea un mezzo premierato debole
Per quanto tra i ranghi della maggioranza così come tra quelli dell’opposizione non c’è nessuno disposto a scommettere sul fatto che la riforma di cui stiamo parlando vedrà mai la luce, davvero non si capisce il senso degli strepitii di chi ritiene gravemente intaccate le attuali prerogative del Capo dello Stato a vantaggio di un premier intollerabilmente forte. Il corsivo di Andrea Cangini
Il Mes? Una partita a poker con bluff scoperto. Il corsivo di Cangini
L’approccio di Meloni sul Mes è simile a quello di un giocatore di poker. L’intendimento è quello di avviare una trattativa per espungere dal computo dei parametri del Patto di Stabilità, le spese per gli investimenti e la Difesa. Ma il rischio è che il Paese perda di credibilità in Europa. Il corsivo di Andrea Cangini
Se la legge di Bilancio è inemendabile il Parlamento non serve più a nulla
Dire che la legge di Bilancio è inemendabile significa dire che il Parlamento ha smarrito la propria funzione e dunque non serve più a nulla. Confidiamo in un ripensamento. Il commento di Andrea Cangini