Da un lato l’iniziativa di Baku, con il parlamentare Ramin Mammadov, membro del partito Milli Majlis, neo responsabile dei contatti con i residenti armeni. Dall’altro i dubbi di Mosca su Astana. Calovini: “Raggiungere una risoluzione pacifica e duratura del conflitto, garantendo così la stabilità e la sicurezza nella regione”
Francesco De Palo
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La Turchia guarda al Golfo, la Grecia all'India. Incastri tra Mediterraneo e Indo Pacifico
Erdogan e Mitsotakis rappresentano i timoni di due Paesi diversi e non complementari ma che, in virtù di traiettorie geopolitiche dettate dalla contingenza, devono impostare rotte e iniziative quanto più allargate
Non solo Niger, è tempo che l'Europa abbia un piano per l'Africa. La versione di Fassino
Conversazione con il vicepresidente della commissione Difesa della Camera: “Se si fa la somma aritmetica degli investimenti dei Paesi dell’Unione europea, più la Gran Bretagna, in Africa sono dieci volte superiori agli investimenti cinesi. Ma manca un progetto organico”. E sul golpe in Niger…
Bibi lancia One Israel, la bretella ferroviaria verso l'Arabia Saudita
Non ci sono solo le persone che potranno essere spostate su quella tratta, bensì le merci, lungo una linea di 400 chilometri che corre dal porto di Eilat ai terminal sul Mediterraneo, in un bacino già gravido di attenzioni, come ad esempio quelle cinesi che si concretizzano da un lato nelle ferrovie tra Cina e Turchia e dall’altro nel porto del Pireo, gestito da Cosco
Dal Niger al Mediterraneo, tutti gli effetti del golpe secondo Menia
“I fatti legati al colpo di Stato confermano, una volta di più, che occorre un approccio sistemico a tutti gli eventi che si verificano nel continente africano, dal momento che hanno connessioni su altre aree, in primis il mare nostrum. Il Piano Mattei è la naturale risposta italiana a quelle latitudini”. Conversazione con il vicepresidente della Commissione esteri e difesa di Palazzo Madama, Roberto Menia
Così la destra atlantista si è fatta strada in Europa
Emblematico il caso di FdI, pilastro occidentale pro-Ucraina ben prima di salire a Palazzo Chigi, celebrato anche dal Time: “Da quando è entrata in carica a ottobre, la leader italiana ha ampiamente superato le aspettative occidentali e ha persino suscitato elogi per le sue forti posizioni atlantiste”. Di contro in molti partiti di sinistra in Italia, Germania, Francia e Spagna non sono mancate sacche di profondo antiamericanismo mascherate da una certa ‘prudenza’ sul sostegno a Kiev.
Vi spiego come nasce il feeling tra Potus e Meloni. La versione di Rotondi
Intervista al parlamentare centrista: “Oggi l’asse portante dell’alleanza occidentale tra Europa e Stati Uniti è l’Italia perché della Francia conosciamo le criticità e perché il governo tedesco vive una condizione di crisi strutturale, in quanto fondato su un’alleanza anomala dove la politica estera non è certamente la bussola unificante. Alla luce di tutto ciò, oggi per gli Usa e in generale per l’Occidente l’Italia è fondamentale”
Intesa di ferro Potus-Meloni. Così l'Italia torna protagonista
La visita alla Casa Bianca del presidente del Consiglio conferma in toto aspettative e auspici. Ucraina, Cina, ambiente, difesa: i rapporti tra Italia e Stati Uniti restano ”forti” e “indissolubili”, al di là dei “colori politici” dei governi che guidano i due alleati storici
Feijoo sfoglia la margherita spagnola. I popolari troveranno Ayuso?
È giovane, è donna e riesce a mettere in pratica un’empatia diversa, più ramificata anche verso fasce sociali complesse. La chiave di volta? Farsi regista di una mossa che, nelle previsioni popolari, dovrebbe essere risolutiva per l’architrave parlamentare futura: ovvero capitalizzare il risultato elettorale di domenica scorsa tramite la candidatura di un esponente del Pp alla presidenza della camera
Roma player globale. Il vertice Biden-Meloni visto da Pelanda
“Le conferenze sulle migrazioni, sull’Ucraina, sui Balcani sono la prova che l’Italia ha capacità di aggregare costa nord e costa sud. L’incontro di oggi? Fa iniziare un processo di convergenze, ma non lo esaurisce”. Conversazione con l’esperto analista e accademico Carlo Pelanda
















