Per evitare una manovra troppo rigida sarebbe stata sufficiente una maggior prudenza. Bastava, ad esempio, prevedere una fuoriuscita dalla procedura per i deficit eccessivi non nel 2026, ma l’anno successivo. Invece si è scelta una strada diversa sottovalutando, forse, la complessità del problema. Finché i nodi non sono venuti al pettine. Il commento di Gianfranco Polillo
Gianfranco Polillo
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Nella manovra il primato della politica nazionale sui vincoli europei. L'analisi di Polillo
I dati del Def dimostrano che l’obiettivo del 3%, nel 2026, è perfettamente raggiungibile. Basterebbe rimanere fermi e tutto si risolverebbe. Nella statistica può darsi, in politica, invece, è semplicemente impossibile. Gianfranco Polillo spiega tutti i nodi della manovra
Vi spiego tutti i costi del Rapporto Draghi e le presunte coperture. Scrive Polillo
Il valore aggiunto dell’intervento di Mario Draghi non va ricercato nel dato numerico, già noto agli addetti ai lavori, ma nel contesto in cui esso è collocato – quelle quattrocento pagine scarse di analisi e di proposte – nonché nell’autorevolezza di un personaggio, che non teme confronti. Quindi in una novità sostanziale che, tuttavia, pochi hanno saputo vedere. L’analisi di Gianfranco Polillo
Nuova governance europea, terremoto finanziario e istituzionale. L'analisi di Polillo
Dal piano economico-finanziario a quello di natura politica e istituzionale, Gianfranco Polillo analizza impatti e conseguenze delle nuove regole della governance europea sull’Italia
L'austerity non basta. Polillo spiega perché
L’austerity, a volte, può essere una ricetta necessaria. Lo fu ad esempio nel 2011. Ma non può essere l’unico strumento. Nemmeno nel caso di un Paese indebitato, come l’Italia. Perché non è detto che una simile politica, da sola, sia in grado di produrre i necessari risultati, ai fini di una sua liberazione. Gianfranco Polillo riflette sull’editoriale di Mario Monti pubblicato dal Corsera
Vi racconto le baruffe d’estate sull’autonomia differenziata. Scrive Polillo
Sarà necessario rinunciare a ogni proposito riformatore? Non necessariamente. Si tratterà soltanto di rimanere con i piedi per terra, calibrando opportunamente gli interventi, al fine di evitare inutili scossoni politici, destinati a mettere in forse i risultati finora raggiunti. Che un’improvvida eterogenesi dei fini potrebbe rovesciare a tutto vantaggio di concorrenti esteri, che non aspettano altro che il momento migliore per rifarsi. L’opinione di Gianfranco Polillo
Bolla sui titoli tecnologici, vi spiego cosa sta succedendo (senza allarmismi). Scrive Polillo
Titoli ad effetto come quelli che parlano di un “lunedì nero” o rimarcano il lungo tempo trascorso dal giorno in cui, in Giappone, si registrò qualcosa di analogo – il 1987 – servono per vendere i giornali. Ma difficilmente forniscono una chiave di lettura in grado di fotografare quanto realmente sta accadendo. L’analisi di Gianfranco Polillo
Il peso dell'economia nella corsa alla Casa Bianca. Scrive Polillo
2024 anno di votazioni. Occhi puntati su quanto è stato fatto e su quanto rimane ancora da fare. Soprattutto considerati i numeri sullo stato di salute dell’economia, con i suoi riflessi di carattere sociale e le conseguenti ricadute di carattere politico. L’analisi di Gianfranco Polillo
La Cina è vicina, ma sempre a distanza di sicurezza. L'opinione di Polillo
L’esportazione di capitale, come insegnava già Lenin agli inizi del secolo scorso, rappresenta l’attività tipica della “fase suprema” dello sviluppo capitalistico. Anche di un capitalismo anomalo come quello cinese. L’importante, da parte italiana, è evitare che ad esso si accompagnino forme di dominio politico, com’era fin troppo evidente nel Memorandum di intenti che aveva aveva accompagnato la firma degli accordi sulla Nuova via della Seta
Il programma di Ursula è un grande pasticcio. Polillo spiega perché non ha convinto
La presidente von der Leyen, essendo stata costretta a chiedere il sostegno dei Verdi, per bilanciare i franchi tiratori della sua maggioranza, non poteva che presentare un programma evanescente: tanti buoni propositi, più di un pizzico di demagogia, una rimasticatura del passato, specie per quanto riguarda il Green Deal. Un grande pasticcio destinato a tradursi in un pessimo libro dei sogni. Comprensibile quindi, la decisione di Fratelli d’Italia di votare contro un’agenda improbabile