L’Occidente rischia l’accerchiamento da parte di potenze ostili, che mal ne sopportano la lunga egemonia storica. Il suo pivot, ancora oggi è rappresentato dal rapporto Stati Uniti-Europa Occidentale. Segare quel ramo su cui entrambi sono seduti sarebbe pertanto una follia. Ma se questa è la posta in gioco, i compiti della Ue non possono limitarsi all’acquisto di qualche prodotto in più. L’analisi di Gianfranco Polillo
Gianfranco Polillo
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Il caso Almasri è una partita di calcio senza precedenti. La versione di Polillo
Alla luce del quadro normativo, c’era forse bisogno di alimentare una querelle come quella che si è vista in Parlamento? ll commento di Gianfranco Polillo
Il pragmatismo necessario per le relazioni con gli Usa di Trump. La versione di Polillo
Nelle relazioni con il nuovo presidente Usa, è necessario cercare di andare oltre la superficie dei comportamenti, spesso riflesso delle esigenze comunicative più disparate. E cercare di individuare le logiche più profonde che ne sono all’origine. Da questo punto di vista l’esperienza italiana dovrebbe aiutare. Il commento di Gianfranco Polillo
Vi racconto la lunga storia del protezionismo americano. Scrive Polillo
Il protezionismo americano e il deficit delle partite correnti degli Stati Uniti sono dovuti alla perdita di competitività e all’indebitamento estero. Gli Stati Uniti beneficiano del dollaro come valuta di riserva, permettendo loro politiche monetarie flessibili. Nel tempo, i principali partner commerciali sono cambiati, con la Cina che ha sostituito il Giappone. L’analisi di Gianfranco Polillo
Un Donald Trump da leggere senza i paraocchi della polemica politica. L'analisi di Polillo
Nei nuovi scenari internazionali conta sempre più l’hard power rispetto al sistema di alleanze. Specie se i possibili alleati, come nel caso dell’Europa, tendono troppo a non assumersi le responsabilità che derivano dall’essere partecipi di un comune destino. Tutti i punti dell’intervento del presidente eletto analizzati da Gianfranco Polillo
Vittoria di Pirro? La lettura di Polillo sul conflitto in Ucraina
Con l’avvicinarsi dell’insediamento di Trump si avvicina anche l’apertura di un nuovo capitolo del conflitto. Forse l’ultimo. Ma la situazione è molto meno rosea per Mosca di quanto si possa pensare. Nonostante alcune narrative
Il cantiere italiano di una nuova diplomazia. L'analisi di Polillo
Attenzione massima al commercio internazionale; ruolo attivo dei presidi italiani all’estero; interventi specifici, come il Piano Mattei per l’Africa; centralità del Mediterraneo e rapporti di maggior collaborazione con i Paesi produttori di petrolio, con l’idea di trasformare l’Italia nell’hub energetico (petrolio e gas) di tutto il continente. Insomma, l’Italia c’è e ci vuole essere. La speranza è che ci sia anche l’Europa: altra grande partita aperta per realizzare quelle riforme non più procrastinabili. Il commento di Gianfranco Polillo
La crisi francese tra politica ed economia. L'analisi di Polillo
Macron ha nominato Francois Bayrou nuovo primo ministro. Ma al di là dei limiti mostrati dall’Eliseo, le cause della crisi francese sono riconducibili a un sistema politico la cui polarizzazione ha creato un sistema di totale incomunicabilità che, di fronte alle difficoltà economiche e finanziarie, ha finito per distruggere qualsiasi idea di unità nazionale. Aprendo così la strada a una crisi di cui non sarà facile prevedere gli sbocchi. L’analisi di Gianfranco Polillo
La mistica di Notre Dame e i dilemmi della politica. Il commento di Polillo
La cerimonia a Parigi è stata il contesto ideale per incontri politici di alto livello. L’Italia, grazie alla sua stabilità politica, si presenta come interlocutore privilegiato per gli Stati Uniti di Trump, rafforzando il proprio ruolo strategico nello scenario internazionale
L’Europa che verrà. Tutti i compiti della nuova Commissione secondo Polillo
Ridimensionato quello che, in passato, era l’asse franco-tedesco, il problema è costruire ora una leadership che non può che essere plurale, all’interno della quale l’Italia, insieme alla Spagna, dovrebbe esercitare un ruolo diverso dal passato. Ursula von der Leyen ne sembra consapevole