Dal piano economico-finanziario a quello di natura politica e istituzionale, Gianfranco Polillo analizza impatti e conseguenze delle nuove regole della governance europea sull’Italia
Gianfranco Polillo
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L'austerity non basta. Polillo spiega perché
L’austerity, a volte, può essere una ricetta necessaria. Lo fu ad esempio nel 2011. Ma non può essere l’unico strumento. Nemmeno nel caso di un Paese indebitato, come l’Italia. Perché non è detto che una simile politica, da sola, sia in grado di produrre i necessari risultati, ai fini di una sua liberazione. Gianfranco Polillo riflette sull’editoriale di Mario Monti pubblicato dal Corsera
Vi racconto le baruffe d’estate sull’autonomia differenziata. Scrive Polillo
Sarà necessario rinunciare a ogni proposito riformatore? Non necessariamente. Si tratterà soltanto di rimanere con i piedi per terra, calibrando opportunamente gli interventi, al fine di evitare inutili scossoni politici, destinati a mettere in forse i risultati finora raggiunti. Che un’improvvida eterogenesi dei fini potrebbe rovesciare a tutto vantaggio di concorrenti esteri, che non aspettano altro che il momento migliore per rifarsi. L’opinione di Gianfranco Polillo
Bolla sui titoli tecnologici, vi spiego cosa sta succedendo (senza allarmismi). Scrive Polillo
Titoli ad effetto come quelli che parlano di un “lunedì nero” o rimarcano il lungo tempo trascorso dal giorno in cui, in Giappone, si registrò qualcosa di analogo – il 1987 – servono per vendere i giornali. Ma difficilmente forniscono una chiave di lettura in grado di fotografare quanto realmente sta accadendo. L’analisi di Gianfranco Polillo
Il peso dell'economia nella corsa alla Casa Bianca. Scrive Polillo
2024 anno di votazioni. Occhi puntati su quanto è stato fatto e su quanto rimane ancora da fare. Soprattutto considerati i numeri sullo stato di salute dell’economia, con i suoi riflessi di carattere sociale e le conseguenti ricadute di carattere politico. L’analisi di Gianfranco Polillo
La Cina è vicina, ma sempre a distanza di sicurezza. L'opinione di Polillo
L’esportazione di capitale, come insegnava già Lenin agli inizi del secolo scorso, rappresenta l’attività tipica della “fase suprema” dello sviluppo capitalistico. Anche di un capitalismo anomalo come quello cinese. L’importante, da parte italiana, è evitare che ad esso si accompagnino forme di dominio politico, com’era fin troppo evidente nel Memorandum di intenti che aveva aveva accompagnato la firma degli accordi sulla Nuova via della Seta
Il programma di Ursula è un grande pasticcio. Polillo spiega perché non ha convinto
La presidente von der Leyen, essendo stata costretta a chiedere il sostegno dei Verdi, per bilanciare i franchi tiratori della sua maggioranza, non poteva che presentare un programma evanescente: tanti buoni propositi, più di un pizzico di demagogia, una rimasticatura del passato, specie per quanto riguarda il Green Deal. Un grande pasticcio destinato a tradursi in un pessimo libro dei sogni. Comprensibile quindi, la decisione di Fratelli d’Italia di votare contro un’agenda improbabile
L’avventurismo di Viktor Orban e la verticale del potere. Scrive Polillo
Non è ancora ben chiaro quali siano gli obiettivi e i motivi dietro al tour diplomatico intrapreso di recente dal leader ungherese. Dietro tutto questo c’è un disegno: grande o piccolo che sia, si vedrà. Comunque in grado di provocare reazioni e malumori. Il commento di Gianfranco Polillo
Giorgia Meloni, Fanpage e il precedente di Togliatti. La riflessione di Polillo
Giorgia Meloni nella sua lettera ai dirigenti del partito esprime un giudizio senza possibilità d’appello nei confronti di coloro che hanno indugiato in gesti, parole e comportamenti che poco hanno a che vedere con un movimento che “fin dalla sua fondazione” aveva fatto “la scelta di aprirsi a culture politiche compatibili” con quella di coloro che avevano già “fatto i conti con il passato e con il ventennio fascista”. Un po’ come accadde quando Togliatti, nel 1946, sconfessò la linea dei gruppi armati del Pci, appoggiati da Pietro Secchia. La riflessione di Gianfranco Polillo
Élite e popolo, due realtà in conflitto. La riflessione di Polillo
Si può stare con le élite o si può stare con il popolo. L’unico esercizio impossibile è avere il piede in due staffe. Essere portatori di quella concezione strabica della politica, secondo la quale si può dire o essere tutto e il contrario di tutto. Quel tempo è finito. Si è esaurito sulla risacca di un internazionalismo che le élite hanno praticato nel loro prevalente se non esclusivo interesse. Alimentando, alla fine, un risentimento sovranista. La riflessione di Polillo