Tre anni di shock globali hanno insegnato che l’economia è molto più resiliente di quanto si creda. E alla fine, certi equilibri sono stati semplicemente plasmati ma non stravolti. Il futuro sarà nelle mani di Stati Uniti e Cina
Gianluca Zapponini
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Sui dazi Washington prepara il terreno a un nuovo accordo con la Cina
Una videochiamata tra il segretario al Tesoro americano, Scott Bessent e il vicepremier cinese, He Lifeng, riapre improvvisamente la partita per una nuova distensione, proprio quando la guerra commerciale sembrava essere finita in un vicolo cieco. Ora occhi sul faccia a faccia Trump-Xi di fine mese
Tagli e tasse, la nuova economia di Putin formato guerra
Mosca ormai lavora di accetta per far quadrare i conti. Ma potrebbe non bastare perché le entrate da petrolio e gas sono sempre meno. E Trump aumenta la pressione sul Cremlino
Irpef, sanità e casa. Cosa contiene la quarta manovra Meloni
Dopo un travagliato e per nulla scontato accordo con le banche, che frutterò circa 11 miliardi in tre anni ma senza ricorrere a tasse sugli extraprofitti, il governo ha messo il timbro su una finanziaria leggera ed essenziale, con una cubatura da 18 miliardi. Ecco tutte le misure
Ecco come la stretta cinese cambierà la geografia delle terre rare. Report Bruegel
L’improvviso irrigidimento di Pechino sulle esportazioni di minerali critici, offre a Stati Uniti ed Europa l’occasione di fare fronte comune e creare le basi per catene di approvvigionamento indipendenti dal Dragone. Una strada che appare ormai segnata e che proietta l’Occidente verso una topografia delle forniture
Trump, il petrolio e la strategia della terra bruciata
Per fiaccare Mosca, laddove non arrivano le sanzioni, c’è solo un modo: interrompere le forniture di oro nero verso quei mercati che fino ad oggi ne hanno comprato dal Paese. Per questo Trump ha chiesto a Giappone e India di fare a meno dei barili del Cremlino
Terre rare, l'Europa batte un colpo contro la Cina. E gioca di sponda con gli Usa
La stretta cinese sulle esportazioni di minerali critici rischia di azzoppare l’industria della Difesa e la tecnologia che c’è a monte. Ma stavolta l’Ue ha deciso di combattere, aprendo un canale con il Dragone e lavorando al contempo a una tela con gli Stati Uniti
Per vincere la sfida cinese non basta solo Bruxelles. La versione di Simoni (Luiss)
Il premio Nobel Aghion ha ragione a strigliare un’Europa che del rapporto Draghi ha realizzato poco o nulla. Ma più che a Bruxelles bisognerebbe bussare alla porta dei Paesi dell’Unione, che vanno ancora in ordine sparso e vittime di reflussi nazionalisti. La Difesa? Un ottimo modo per creare competitività. Conversazione con Marco Simoni, docente ed economista della Luiss
L'Argentina apre le porte a Byd. Tutte le piroette di Milei
Solo poche settimane fa il salvataggio da 20 miliardi orchestrato da Washington, che ha evitato l’ennesimo default di Buenos Aires. Ora però il costruttore di Shenzhen mette piede nel Paese sudamericano. E proprio grazie al pirotecnico leader della Casa Rosada, che si è sempre fregiato di essere un buon amico degli Usa
Dopo il petrolio, il carbone. Il lato oscuro della crisi russa
Nei primi sette mesi dell’anno l’industria carbonifera russa ha accumulato perdite per 225 miliardi di rubli, due volte quelle complessive registrate nel corso dell’intero 2024. L’ennesima prova di un modello che non regge più alla prova dei numeri
















