A spiegare l’astensionismo elettorale e, più in generale, la disaffezione politica non è tanto uno squilibrato rapporto tra diritti e doveri, quanto un rapporto squilibrato tra aspettative e possibilità di realizzazione. L’analisi di Paolo Ceri, già ordinario di Sociologia all’Università di Firenze
Paolo Ceri
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Analisi sociale della rivoluzione iraniana. Scrive Paolo Ceri
Per capire la natura della protesta e del movimento collettivo che la anima vale più guardare alle sue manifestazioni iniziali che alle implicazioni sul piano politico e geopolitico. Beninteso, in un contesto di instabilità la possibilità di un cambio di regime è la principale posta in gioco. Ma per capirne le cause è essenziale guardare alla natura e agli attori della protesta. L’analisi di Paolo Ceri, già ordinario di Sociologia all’Università di Firenze
La libertà sovranista declinata dal governo Meloni. Scrive Ceri
Finora si è registrata una sorta di divisione del lavoro tra Salvini e Meloni: il primo votato a esaltare la libertà come licenza e come sicurezza, la seconda intesa a dare copertura etico-politica all’azione di governo. Ma il gioco delle parti presto muterà fino a diventare confuso e conflittuale. L’analisi di Paolo Ceri, già ordinario di Sociologia all’Università di Firenze
L’effetto Draghi e la conquista del voto. Scrive Ceri
Dalle urne è uscito fuori un effetto perverso, l’“effetto Draghi”. Se è difficile stimare quanto abbia influito sul risultato, non lo è presumere in quale modo lo abbia fatto: limitando la conquista del voto al di fuori del proprio consolidato elettorato di partito. L’analisi di Paolo Ceri, già ordinario nelle università di Torino e di Firenze, ora condirettore della rivista Quaderni di Sociologia
Sicurezza e libertà, così si orienta il voto degli italiani. Scrive Ceri
A ben vedere, quali che siano le specifiche poste in gioco, alla base vi è la questione del rapporto tra la libertà e la sicurezza. Al fondo la contesa verte sempre su come debba essere affrontato e configurato tale rapporto sui vari piani, a cominciare da quello istituzionale. L’analisi di Paolo Ceri, già ordinario nelle università di Torino e di Firenze, ora condirettore della rivista Quaderni di Sociologia
Da Meloni a Letta, come comunicano i leader. L'analisi di Ceri
Caratterizzata da un certo “presentismo”, la campagna comunicativa dei vertici delle forze politiche, da Meloni a Letta, passando per Salvini e Berlusconi, ha delle caratteristiche specifiche che ci dicono tanto su cosa vorrebbero comunicare, ma non se poi, alla fine, riescono a farlo. L’analisi di Paolo Ceri, già ordinario nelle università di Torino e di Firenze, ora condirettore della rivista Quaderni di Sociologia
Sull’opzione Di Battista. Ovvero: un Grillo Contro Vento
In che direzione andrà il Movimento 5 Stelle? Difficile dirlo, ma qualche supposizione si può fare. Una su tutte parte dalle parole di Beppe Grillo lo scorso 30 luglio, così simili al manifesto ControVento di Davide Casaleggio. Non è una prova, ma forse un indizio sì… L’analisi di Paolo Ceri, già ordinario di Sociologia all’Università di Firenze e autore de “Il Movimento nella rete”
Per fare un partito ci vuol coscienza. Ceri sulle crisi (post) grilline
L’elemento-base dei 5 Stelle era l’opposizione: contro il sistema, l’establishment politico-partitico. L’identità definita di riflesso: in quanto alieni al sistema, siamo gli onesti, i non-corrotti. Ma era un’identità fragile e illusoria. Cosa resta di quel Movimento, e come nasce quello di Di Maio, secondo Paolo Ceri, già ordinario di Sociologia all’Università di Firenze e autore de “Il Movimento nella rete”
La crisi del Movimento 5 Stelle non è superabile, a meno che... Scrive Ceri
Quella del Movimento 5 Stelle non è solo una crisi sistemica, ma anche di idee e di identificazione. Gli scontri interni sono sempre più evidenti, e neanche la guida di Conte è riuscita a ricompattare il gruppo. Che fare? L’unica soluzione, secondo Paolo Ceri, ordinario di Sociologia all’Università di Firenze e autore di “Il Movimento nella rete: Storia e struttura del Movimento a 5 Stelle”, è un Congresso vero e proprio, ma…
La contraddizione della libertà no-vax
La prova che la concezione no-vax è fatalistica è data dalla negazione sistematica del nesso di causalità tra fatti acclarati, come quello tra l’aumento delle vaccinazioni e la diminuzione dei contagi, specie di quelli gravi. L’analisi di Paolo Ceri, ordinario di Sociologia all’Università di Firenze