Finché si è in tempo si cambi modo di fare, si ricostruisca il solido tessuto del dialogo tra parti sociali e si inizi con responsabilità una rinnovata stagione fondata sulla concretezza. Ripetere nelle piazze slogan che mettono in guardia dall’autoritarismo, non ha senso. Ecco perché secondo Raffaele Bonanni
Raffaele Bonanni
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Per la stabilità non serve il premierato, ma una partecipazione democratica. L'opinione di Bonanni
Aprire porte e finestre dei partiti, ridare agli elettori il potere di scegliersi i propri rappresentanti, ridare slancio alla partecipazione, al controllo nei servizi, sostenere le attività autonome dei cittadini nella organizzazione dei propri servizi attraverso la sussidiarietà: questo è il modo per fare forte la democrazia, le istituzioni, di fare forte la Repubblica
Pensioni. Un passo avanti, anzi due indietro. L'opinione di Bonanni
Gli esecutivi e i partiti, quando esasperano le posizioni su temi sociali, ed anzi quando distorcono e li avocano a se, trasgrediscono grossolanamente rispetto alle regole scritte e non scritte del loro compito. Scavalcano e addirittura inaspriscono il rapporto con le associazioni del lavoro provocando una estremizzazione delle posizioni in una rincorsa senza fine tra partiti, esecutivi e formazioni sociali
Sul lavoro serve unità di intenti, non piazze. La versione di Bonanni
Le sorti del lavoro non dipendono solo dai governi ma anche dall’equilibrio dei soggetti sociali. Le loro proposte devono saper unire i soggetti tutti, dimostrando loro stessi che fanno parte della partita economica e sociale, non della contesa tra maggioranza e opposizione politica. L’analisi di Raffaele Bonanni
Oltre il salario minimo, è l'ora di una grande concertazione. Scrive Bonanni
Per cambiare verso, se si ha davvero a cuore le sorti di chi lavora e dunque dell’interesse più grande del Paese, occorrerebbe un accordo di concertazione. Sì, proprio quella che ha dato in passato grandi frutti quando si sono voluti coltivare grandi propositi di interessi generali, e non quando è stata piegata a corporativismo o persino ad obbiettivi peggiori. Il commento di Raffaele Bonanni
Oltre i partiti, ecco la ricetta per un salario minimo. Scrive Bonanni
Il buon salario si ottiene da una buona redistribuzione della ricchezza alimentata da un fisco morigerato e dalla efficienza del Paese e dei luoghi di produzione. Il commento di Raffaele Bonanni
Perché per migliorare il lavoro non si può (solo) diminuire l'orario. Scrive Bonanni
Il passaggio di sistema di valutazione dalla quantità del tempo orario al carico di lavoro per la quantizzazione della retribuzione si imporrà sempre più nella progressione dell’utilizzo delle tecnologie digitali. Sarà questo il modo per aiutare i lavoratori impegnati in tempi non più sincronici con altri lavoratori ed in spazi fisici non più coincidenti
Cervelli in fuga e gap europeo che avanza
Tra il 2012 e il 2021 circa un milione di connazionali si è trasferito all’estero. Tra costoro circa 250mila sono risultati laureati in cerca di stipendi più alti di quelli del nostro Paese. All’estero mediamente i nostri medici, ingegneri, specialisti Ict e altri ancora riescono a percepire almeno un terzo di retribuzione in più già per il primo anno e il doppio dopo un quinquennio di lavoro. Il commento di Raffaele Bonanni, già sindacalista e professore straordinario di Diritto del lavoro
Sindacati tra vecchia cultura e nuovi paradigmi del lavoro. Scrive Bonanni
L’Ocse avverte che la rappresentatività del sindacato nell’ultimo ventennio è in progressiva diminuzione. Ognuno avrà la propria storia, legislazione e condizioni generali favorevoli o sfavorevoli, ma sono due le questioni dominanti. Ecco quali secondo Raffaele Bonanni
Lavoro, quale sviluppo per la formazione alla sicurezza? Scrive Bonanni
L’ultimo incidente nei lavori ferroviari di Brandizzo è davvero un compendio di tutti gli aspetti che quando non responsabilmente gestiti, ci conducono dritti dritti verso rischi gravi, rischi mortali. Il commento di Raffaele Bonanni