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Raffaele Bonanni About Raffaele Bonanni

È professore straordinario di diritto del lavoro presso l'Universitas Mercatorum, impegnato nell'associazionismo cattolico ed è presidente della fondazione Spaventa. Ha pubblicato molti libri sull'economia, sul lavoro e temi sociali. È stato segretario generale della Cisl nazionale.

La prova di settembre per le parti sociali. Il commento di Bonanni

Taluni hanno attribuito alle parti sociali la condizione pietosa dei salari in generale. Ed in parte è vero, almeno per non aver combattuto sufficientemente al proprio interno culture novecentesche che hanno sin troppo tarpato le ali alla modernizzazione del mercato del lavoro. Ora con l’apertura del governo e l’affidamento della questione al Cnel, potranno confrontarsi su impiego e retribuzioni

Ecco come le politiche centriste possono attirare l'elettorato deluso. La ricetta di Bonanni

Le prossime europee saranno un test per le forze centriste. Ma la prova basica e propedeutica per l’affidabilità di soggetto di cambiamento è quella di presentare una sola lista alla competizione elettorale di primavera, aggregando le componenti liberaldemocratiche, popolari, riformiste. Non farlo corrisponde al fallimento del progetto di una forza affidabile per il futuro, alternativa al bipolarismo rissoso e inconcludente. Il commento di Raffaele Bonanni

Formazione dei docenti, il futuro è (anche) online. Scrive Bonanni

Dietro le resistenze al cambiamento non ci sono motivazioni legate alla ricerca del buon risultato per l’acquisizione di abilità professionali come si vuol far credere, ma semplicemente il prevalere di strutture di potere e di piccolo cabotaggio delle corporazioni con i loro sistemi e sottosistemi che da anni aggravano ancor più i problemi che abbiamo anziché risolverli. L’opinione di Raffaele Bonanni

Salario minimo? Uscire dalla cultura dell'anti-produttività. Scrive Bonanni

Volendo, soluzioni efficaci per gli svantaggiati salariali si possono attivare con i tantissimi strumenti con cui si potrebbe agire. E i partiti così tanto intenzionati a sostenere i lavoratori, si potrebbero dedicare ai penosi salari di tutti i lavoratori italiani. Si vuole fare qualcosa? Si riducano le tasse sulle buste paga e si premi fortemente la produttività

Perché è una buona notizia che si parli di riduzione fiscale sul salario. Scrive Bonanni

Clima favorevole attorno al decreto lavoro 48/2023, che ha già ottenuto il via libera dal Senato. Si dà una direzione ancora più decisa alla riduzione delle tasse sul lavoro partita con la legge di Bilancio. Non si può che sperare la più ampia convergenza parlamentare e delle parti sociali, per dare forza e spessore ad un processo utile per i lavoratori e per il Paese intero

Tra guerra e pacifismo. L'invasione dell'Ucraina vista da Bonanni

La pace si ottiene o delegando agli organismi internazionali di fermare gli aggressori con l’isolamento e fino all’uso di forze internazionale di interposizione per il ripristino della legalità, oppure dando ogni aiuto possibile all’aggredito, fino al ripristino della condizione ante di legalità. Il commento di Raffaele Bonanni

Puntare sull'Università farà bene all'Italia. Bonanni spiega perché

È questa una esigenza primaria per l’avvenire delle giovani generazioni, e dunque dell’Italia e del suo sviluppo. Il commento di Raffaele Bonanni

Riforme e partecipazione democratica. I consigli di Bonanni

Se le riforme venissero impostate onestamente e animate dall’idea più elementare delle democrazie, ci si preoccuperebbe prima di tutto della partecipazione dei cittadini alla vita politica con partiti aperti, e rappresentanti del parlamento scelti direttamente dagli elettori per evitare cambi di casacca. Il commento di Raffaele Bonanni

Un Primo Maggio che guardi al futuro. L’appello di Bonanni

Servono una cultura e una pratica all’altezza di ciò che il dettato della nostra Costituzione assegna al ruolo del lavoro. Il commento di Raffaele Bonanni

Come combattere l'inverno demografico. L'opinione di Bonanni

L’inverno demografico italiano, persino più accentuato di quello europeo, ci condurrà inesorabilmente a perdere nell’anagrafe più di dieci milioni di persone nel prossimo ventennio. Sapranno e vorranno i “nostri” occuparsene? Lo dobbiamo chiedere con insistenza

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