L’incontro tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron ha mostrato toni cordiali: forse indica un possibile ricalcolo delle strategie da parte della premier italiana. Con Trump in difficoltà e Musk sempre più imprevedibile, le dinamiche politiche internazionali potrebbero subire aggiustamenti non banali. Il commento di Roberto Arditti
Roberto Arditti
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Meloni e Macron: dialogo sì, confondersi mai. L'analisi di Arditti
La premier e il presidente vogliono dimostrare di saper interloquire, ma non hanno alcuna intenzione di omologarsi. Né l’uno, né l’altra. E forse, proprio per questo, il loro dialogo funziona. Il giusto, sia chiaro. L’analisi di Roberto Arditti
Libia, specchio delle nostre illusioni: senza forza, niente ordine. Scrive Arditti
La verità, dura ma necessaria da ammettere, è che l’Occidente ha abdicato al ruolo di potenza ordinatrice. Non abbiamo uomini sul terreno, né volontà politica. Abbiamo appaltato la gestione del caos ad altri, illudendoci che qualche conferenza a Ginevra potesse bastare
La manifestazione per Gaza è un passo falso per l’opposizione e per l’Italia. Scrive Arditti
L’opposizione, anziché cavalcare una causa che divide, dovrebbe lavorare per una proposta unitaria che tenga conto della complessità del conflitto, senza cedere a semplificazioni che servono solo a scaldare gli animi delle rispettive basi elettorali. La manifestazione del 7 giugno, invece, rischia di essere solo un’occasione persa: per l’opposizione, per Schlein e, soprattutto, per l’Italia
Le democrazie e il senso della guerra. Il caso tedesco visto da Arditti
Sostenere l’Ucraina non significa solo inviare armi, ma accettare che la vittoria richiede un impegno senza riserve. Questo non significa desiderare la guerra, ma riconoscere che, una volta iniziata, va combattuta con tutti i mezzi necessari. Prima l’Occidente supererà questo limite intellettuale, meglio sarà per l’Ucraina, per l’Europa e per la sicurezza globale. Il commento di Roberto Arditti
La Croisette, palcoscenico perfetto per le guerre ibride del nostro tempo. Scrive Arditti
L’incendio a Nizza e il blackout a Cannes ci ricordano l’urgenza di affrontare le nuove minacce. L’Europa deve dimostrare di saper reagire per proteggere le sue infrastrutture e preservare la sua stabilità politica e sociale
Nonostante i fallimenti, Kim va preso sul serio. Arditti spiega perché
Continuare a trattare Kim come una caricatura da Guerra Fredda significa ignorare la realtà: la Corea del Nord di oggi è un attore militare rilevante, in grado di influenzare gli equilibri tra Cina, Russia e Stati Uniti. E questo dovrebbe preoccupare davvero
Trump, Putin e l’equilibrio difficile dell’Occidente (che stavolta c’è). L'analisi di Arditti
Trump chiama Putin, e riconosce che lì si gioca la partita vera. Zelensky lo capisce, e si adatta. L’Europa resta compatta nel sostegno. E il Papa indica una rotta spirituale, ma anche profondamente politica. Così, tra mille fatiche, prende forma un equilibrio che non è definitivo, ma inizia a essere reale. La pace è vicina, dunque? Decisamente più no che si. Ma qualcosa si muove. Il corsivo di Roberto Arditti
Russia-Ucraina, l'illusione della pace allunga la guerra. Il commento di Arditti
Sia Putin che Zelensky legano la propria credibilità politica all’esito di questa guerra. Finché questo nodo non si scioglie, tutto il resto è secondario. La pace è lontana, ma l’illusione è vicina. E come spesso accade, è proprio questa illusione – comoda, bipartisan, mediatica – a rendere la guerra ancora più lunga. Il commento di Roberto Arditti
Tap, la vittoria del buonsenso. Il commento di Arditti
La guerra a Tap è stata un caso da manuale di come l’ideologia possa offuscare il buonsenso. In un mondo in cui l’energia è una questione di sopravvivenza geopolitica, dire “no” a un’infrastruttura strategica, senza proporre alternative credibili, è un lusso che non possiamo permetterci. Il commento di Roberto Arditti