Il messaggio principale che alla fine si trae dal Rapporto è che tornare a uno sviluppo robusto dell’economia e della società non è soltanto questione di finanziamenti, ma di superamento di limiti strutturali con salti in avanti nel sapere e nella produttività. L’analisi di Salvatore Zecchini
Salvatore Zecchini
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La mossa Ue sulla sicurezza economica letta da Zecchini
L’Europa è molto vulnerabile al ricatto economico di grandi fornitori di beni essenziali come dei Paesi che rappresentano i maggiori sbocchi per i prodotti europei. Ecco le ragioni della nuova strategia secondo Salvatore Zecchini
Un governatorato della Banca d'Italia difficile e contrastato. L'analisi di Zecchini
Dopo questi dodici anni di storia segnati da straordinarie difficoltà nell’economia e nella finanza nazionali e altresì da contrasti tra istituzioni nell’affrontarle, la Banca centrale si presenta ugualmente come una delle più preziose ed affidabili risorse di cui dispone il Paese per costruire il benessere attuale e futuro e così è bene che continui ad essere anche dopo l’avvicendamento al suo vertice. L’analisi di Salvatore Zecchini
Il benessere economico degli italiani migliora ma la media europea è lontana
Nell’insieme, gli italiani non hanno ragione di essere pessimisti sul loro benessere presente. Dovrebbero, piuttosto, impegnarsi molto di più investendo maggiormente in competenze, innovazione e propensione al lavoro per raggiungere e superare i livelli medi dell’Ue. Questo è un imperativo per un Paese che ambisce a stare con quelli del Gruppo dei Sette più avanzati. L’analisi di Salvatore Zecchini
All'Italia serve una strategia nell’intervento pubblico. L'analisi di Zecchini
Il Pnrr ha avuto il merito di mettere in luce molti dei mali di cui soffrono le nostre istituzioni di governo e di rendere il Paese consapevole che è urgente definire una strategia di sistema e costituire le basi per attuarla al meglio. Occorre fare tesoro degli insegnamenti di questa esperienza per non trovarsi impreparati per il futuro
Perché sono vane le polemiche sulle misure per il lavoro. L'analisi di Zecchini
Il ritorno all’equilibrio di bilancio e alla riduzione del macigno del debito pubblico non sono rinviabili sine die, non tanto perché richiesti dal Patto di Stabilità, quanto per la vulnerabilità della crescita economica. Resta poco spazio per l’assistenzialismo che non genera né crescita economica, né sviluppo di una società attiva. Maggiore assistenzialismo in futuro non è possibile se non sottraendo risorse a impieghi più produttivi per lo sviluppo futuro
Bruxelles forza i Paesi ad aggiustare i macrosquilibri. Gli scenari per l'Italia
Le regole proposte con la revisione del Patto di stabilità tracciano un percorso obbligato entro cui viene costretta una parte importante della politica economica. Nelle situazioni, come quella italiana, di forte dipendenza della crescita dall’Ue e da volubili mercati finanziari, gli spazi di autonomia si riducono sui disavanzi di bilancio e sul debito pubblico. Per i governi politici si prospettano scelte difficili, perfino impopolari, per porre un freno alla spesa corrente
Tutte le strettoie della politica economica governativa. L'analisi di Zecchini
Nonostante la vivace ripresa della crescita nel dopo pandemia, il governo per ricavare spazi di manovra in funzione della sua agenda economica deve confrontarsi, come negli anni bui della crisi debitoria, con la dura scelta delle aree in cui tagliare il sostegno pubblico per recuperare risorse da destinare al perseguimento dei suoi obiettivi. L’analisi di Salvatore Zecchini
Crisi bancaria? L'instabilità è insita nel sistema. L'analisi di Zecchini
È necessario ammettere che tutti i sistemi bancari hanno un potenziale d’insita instabilità, che deve essere controllata, monitorata e gestita nel senso di minimizzarla anche nella fase patologica dei dissesti al fine di impedirne la diffusione. Non bastano le buone regole, occorre competenza e capacità di vigilare, prevenire ed estinguere gli incendi sul nascere. Conclusione che vale anche per l’Europa. L’analisi di Salvatore Zecchini
Aiuti di Stato? Le nuove regole aprono ad una concorrenza più agguerrita
Con l’allentamento dei vincoli agli aiuti di Stato la competizione tra Paesi membri si fa più agguerrita e il Paese deve attrezzarsi a sostenerla, in particolare superando senza indugi le debolezze evidenti anche nell’attuazione del Pnrr. Non farlo significherebbe accettare di restare indietro e rimanere nella palude del basso sviluppo. L’analisi di Salvatore Zecchini