Il governo ha cercato di offrire punti fermi di riferimento per imprenditori, lavoratori e famiglie impegnandosi nel Pnrr, nel superamento della pandemia e nella digitalizzazione con un occhio attento alla protezione dell’ambiente. Da ultimo, tuttavia, mostra crescenti difficoltà a dare certezze sul percorso da seguire per portare il Paese fuori dal declino in quanto subisce deviazioni di percorso e ritardi di esecuzione ed attenuazioni della spinta riformatrice
Salvatore Zecchini
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La globalizzazione non sta finendo. Parola di Zecchini
L’equilibrio tra le forze globalizzanti e quelle deglobalizzanti è divenuto meno stabile che nel passato col risultato che si continuerà ad avere un alternarsi di fasi dalla più intensa interconnessione con fasi a minore intensità. Nondimeno, nessun Paese ha manifestato la preferenza per l’isolamento; piuttosto, quelli sotto blocco cercano strenuamente di uscirne
Vi spiego gli errori di valutazione sulla guerra in Ucraina
Se Putin intendeva, tra l’altro, proteggere meglio i suoi confini dal supposto pericolo della Nato, ha invece ottenuto l’opposto, ovvero la corsa dell’Europa occidentale e degli Usa a potenziare considerevolmente i loro armamenti e a dislocare maggiormente le loro forze in funzione di contrasto alle avances russe. L’analisi di Salvatore Zecchini
Come la guerra in Ucraina sconvolge il Pnrr. Scrive Zecchini
Perché un riorientamento delle priorità, delle politiche e delle risorse da investire sarà probabilmente inevitabile, anche alla luce del nuovo piano di misure in gestazione a Bruxelles per fronteggiare la crisi determinata dalla dipendenza energetica dalla Russia. L’analisi di Salvatore Zecchini, economista Ocse
Un rimbalzo (del Pil) non fa primavera. L'analisi di Zecchini
Al rimbalzo della produzione nazionale e del reddito nello scorso anno non seguiranno anni di facile mantenimento di una crescita sostenuta. Il nuovo shock della guerra all’Est-Europeo dovrebbe svegliare alla dura fatica del costruire un futuro migliore e quindi servire a richiamare governanti e governati a fare di più. L’analisi di Salvatore Zecchini, economista Ocse
Il chips act europeo, tra ambizioni e realtà. L'analisi di Zecchini
Lo scenario più probabile sarà che la produzione europea sarà potenziata, saprà conquistare più nicchie di mercato offrendo chips disegnati sulle specifiche domande di singole industrie, e le filiere del valore saranno ristrutturate per minimizzare i rischi di interruzioni o carenze negli approvvigionamenti. L’analisi di Salvatore Zecchini, economista Ocse
Quanta competizione tra moneta virtuale e convenzionale?
La finanza virtuale non è un monolite ma una galassia di strumenti a cui non corrisponde necessariamente un valore “fisico” e che ha un’ampia gamma di servizi finanziari. Il loro successo si deve alla loro capacità di soddisfare le esigenze degli operatori senza l’intervento di intermediari istituzionali, con costi, flessibilità, rapidità, anonimato ed efficienza che il sistema ufficiale non offre
C'è bisogno di realismo nel riformare il Patto di stabilità. L'analisi di Zecchini
Il dibattito sulla riforma del Patto di Stabilità e Crescita si è riaperto con l’intervento congiunto di Macron e Draghi per una nuova impostazione delle politiche di bilancio nell’Unione Monetaria Europea. Ma pur avendo stimolato questa iniziativa molte proposte da parte degli economisti, è necessario ricordare che convincere i mercati finanziari della sostenibilità delle scelte che si faranno è fondamentale. L’analisi di Salvatore Zecchini
Perché è tempo di temere l’alta inflazione
Si è tenuta anche quest’anno la riunione degli economisti dell’American Economic Association. Generale il consenso sul ritenere l’attuale inflazione straordinariamente elevata rispetto ai due o tre decenni precedenti un problema molto serio, che va affrontato con decisione perché ha perduto il suo aspetto di transitorietà che aveva inizialmente. L’analisi di Salvatore Zecchini
Certezze e incertezze nell'avvio del 2022. L'analisi di Zecchini
Se si tiene conto delle eredità del 2021 e delle incertezze sull’esito dell’agenda per il 2022, si ritorna alla questione di fondo: occorre che l’Italia attui vere riforme senza tentennamenti e in questo modo dia all’Europa e ai mercati un chiaro segnale di risanamento e rinnovamento