Nel nostro Paese non esistono politiche finalizzate allo sviluppo del mercato dell’arte, ma politiche finalizzate allo sviluppo degli artisti. Secondo il legislatore fiscale, la vendita di un’opera d’arte da parte di una galleria è soggetta alla stessa aliquota di un bene ordinario. In caso di successioni, non importa il valore dell’opera d’arte in sé, ma il suo utilizzo: se è utilizzata in casa avrà una fiscalità meno onerosa rispetto a un’opera che è invece custodita in un caveau. Stefano Monti, partner di Monti&Taft, sulle piazze globali dell’arte
Stefano Monti
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Cultura, tra qualità politiche ed economiche. Scrive Monti
È necessario prendere atto che la cultura necessita, nel nostro Paese più che mai, di una visione chiara, in grado di esprimere le priorità in modo puntuale. Il commento di Stefano Monti, partner di Monti&Taft
Di chi è la colpa per le nostre "nuove dipendenze"? Il caso Fortnite
Epic Games, produttrice di Fortnite, ha patteggiato una multa da 520 milioni. Ma è più interessante seguire la class action che le attribuisce la responsabilità per le dipendenze che il videogioco scatena nei giovani. Ma addossare le colpe a un’azienda vuol dire deresponsabilizzare la società. O finirà che quando compriamo il pane dovremo tirare fuori un certificato che non abbiamo disordini alimentari? L’analisi di Stefano Monti, partner di Monti&Taft
Cultura, bene necessario o di lusso?
Sarebbe corretto iniziare ad analizzare davvero le politiche culturali del nostro Paese: perché soprattutto in questo settore, le scelte condotte riflettono il modello di società che chi ci rappresenta intende sviluppare
L'aristocrazia dei musei a lezione dal mercante Gagosian
Il gallerista Larry Gagosian ha scelto di inserire nel board della sua Galleria d’Arte figure provenienti da differenti ambiti professionali. Questo può rappresentare un validissimo elemento di riflessione anche per le scelte italiane. Il commento di Stefano Monti, partner di Monti&Taft
Soft-power? La diversificazione dei centri di ricavo. Il caso dell’Arabia Saudita
Con Vision 2030 l’Arabia Saudita diversifica la propria economia, e crea i presupposti per incrementare il livello di interdipendenza economica con altre nazioni. Si tratta di una manifestazione del soft-power? Sicuramente, ma non nel senso che intendiamo in Italia, termine fortemente legato alla componente culturale. Ma ad avere influenzato la visione saudita più che la cultura occidentale, è la sua economia. Il commento di Stefano Monti, partner di Monti&Taft
Una carta prepagata per la deduzione delle spese culturali
Più consumi culturali, ruolo familiare incentivante verso tali consumi, riduzione dei possibili utilizzi distorsivi dello strumento e maggiori conoscenze sugli interessi degli italiani. I lati positivi sono tali da rendere l’idea degna di essere analizzata più nel dettaglio. L’intervento di Stefano Monti, partner di Monti&Taft
Cosa può imparare la cultura dall'industria della difesa
Da un lato la difesa, dall’altro la cultura, ciò che hanno in comune questi due settori, entrambi in qualche modo fondamentali per il nostro vivere democratico, è il rapporto di interdipendenza che sussiste tra la dimensione politica e quella industriale. Alcuni fattori-chiave sulla futura Difesa Europea, possono essere “utilmente” presi in prestito proprio dalla cultura stessa. L’intervento di Stefano Monti, partner di Monti&Taft
Cultura e Welfare, riflessioni su un’equazione non sempre valida
La domanda, ormai, non è più se la cultura possa avere degli effetti positivi sulle persone o su determinati gruppi sociali, o ancora su interi territori. La domanda è comprendere “come” far sì che questi obiettivi possano essere realmente perseguiti. L’analisi di Stefano Monti, partner di Monti&Taft
Chiunque vinca alle urne, la cultura ha già perso
Ciò che emerge dalla lettura dei vari programmi dedicati alla cultura è l’evidenza che ognuno dei programmi riflette una visione della cultura strumentale al proprio “elettorato” e, per questo, un po’ distante dalla realtà. L’analisi di Stefano Monti, partner di Monti&Taft