“Obbligati a crescere: l’Europa dopo la Brexit”. Questo il tema del convegno organizzato dal Messaggero Economia giovedì 9 novembre. Nella sede dell’Abi, a Roma, si sono date appuntamento numerose personalità del mondo dell’economia e della politica, dal presidente del consiglio Paolo Gentiloni all’ex premier Romano Prodi, passando per il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
La discussione si è incentrata sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, prevista – in teoria – per il 2019. Da mesi sono in corso le consultazioni fra Bruxelles e Londra e i nodi del contendere sono numerosi, a partire dalla regolarizzazione dei cittadini comunitari residenti nel Regno Unito per finire alla questione più spinosa, quella economica. Bruxelles vorrebbe da Londra una cifra intorno ai 60 miliardi di euro, Westminster pare disposto a sborsarne molto meno, forse un terzo.
Il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda ha sottolineato la necessità di evitare una rottura con la Gran Bretagna, pur specificando che “un accordo non può essere fatto ad ogni costo”.
In ogni caso, al netto delle diatribe economiche, si pone un tema: come gestire l’uscita di uno dei partner più economicamente influenti dell’Unione.
Il nodo centrale è la crescita, e l’ha ricordato il premier Paolo Gentiloni nel suo intervento. “È necessaria una nuova centralità democratica in Europa che superi gli eccessi di burocratizzazione che non aiutano cittadini e imprese – ha aggiunto il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli – La sfida del cambiamento deve riguardare le istituzioni europee per non rassegnarsi e respingere il nazionalismo divisionista. Il parlamento europeo è l’istituzione centrale dove fare queste riforme”.
Romano Prodi ha ribadito come la decisione assunta degli inglesi abbia messo in difficoltà tutta l’Europa. “Il popolo britannico ci ha messo di fronte a scelte che hanno conseguenze e che nessuno si immaginava quando gli elettori hanno messo la scheda nell’urna al referendum – ha detto l’ex presidente del Consiglio – Brexit insegna come sia complicato entrare ma anche uscire dall’Europa”.
foto Stefano Carofei/Imagoeconomica