Sorpasso. Per una volta Roma batte Berlino uno a zero. Almeno sul terreno dei farmaci le cui imprese si sono riunite questa mattina all’auditorium della Conciliazione per la tradizionale assemblea di Farmindustria, giunta alla quarantesima edizione.
La prima assise dell’era gialloverde dell’associazione guidata da Massimo Scaccabarozzi (nella foto), affiancato dai sottosegretarii alla salute Maurizio Fugatti e al Lavoro, Claudio Durigon, nonchè dal giornalista Paolo Mieli e da Franco Di Mare e Walter Ricciardi. In sala c’era anche l’ex ministro Beatrice Lorenzin nonché Carmelo Barabagallo e Anna Maria Furlan.
Presenti o assenti, la notizia comunque c’era tutta. Anzi ce ne sono due. In ordine sparso oggi l’Italia è il primo produttore europeo di farmaci con volumi pari a 31,2 miliardi di euro, contro i 30 della Germania, sul cui suolo operano giganti mondiali del calibro di Merk. A spingere l’Italia verso il sorpasso, l’export, che nella farmaceutica non ha eguali, viaggiando oggi sui 25 miliardi di euro. A monte di tutto questo però, c’è il robusto stock di investimenti, che nel 2017 hanno toccato quota 2,8 miliardi, spalmati tra R&S (1,5) e impianti di produzione (1,3).
Tutto questo, per chiudere il cerchio dei numeri, ha permesso alle imprese del farmaco di avanzare ancora sul fronte occupazionale: gli addetti nel 2017 hanno raggiunto quota 65.400 (93% a tempo indeterminato), 1.000 in più rispetto al 2016. E nell’ultimo triennio le assunzioni sono state 6mila ogni anno.
Fin qui lo stato di salute, è il caso di dirlo, di un’industria tra le più strategiche del Paese. Poi c’è il versante meno industriale e più politico. I numeri di Farmindustria rappresentano sicuramente un buon biglietto da visita per presentarsi al nuovo esecutivo legastellato, i cui rapporti col mondo del farmaco, sono ancora tutti da scrivere.
Il momento è per Farmindustria, delicato. Il dibattito sui vaccini sta progressivamente spaccando l’opinione pubblica e le imprese farmaceutiche, che i vaccini li producono, non possono non tenerne conto. Scaccabarozzi ha più volte riposto fiducia in un confronto con il governo pentastellato. E anche oggi ha ribadito la linea dell’associazione, desiderosa di interlocuire presto e bene con il ministro Giulia Grillo. “Ha ragione il ministro della Salute quando pone tra gli obiettivi prioritari la soluzione del problema delle liste di attesa e dell’accesso differenziato ai farmaci nelle diverse aree del Paese. E ha altrettanto ragione quando chiede più risorse per il Servizio sanitario: ce n’è bisogno nell’interesse del Paese e dei pazienti, oltre che per confermare il primato della sanità italiana a livello internazionale”, ha affermato Scaccabarozzi nel corso della sua relazione.
I riferimenti al dialogo costruttivo non sono mancati nemmeno in un altro passaggio dell’intervento del presidente Farmindustria, accolto da un piccolo applauso. Quando, per esempio, ha ricordato come dal 2016 l’associazione abbia adottato il Disclosure code, il codice per la trasparenza che obbliga le aziende di settore a rendere pubblici i loro rapporti con medici e organizzazioni. Un tema, quello della trasparenza, “prioritario e su cui siamo pronti a dialogare con il ministro”, ha sottolineato Scaccabarozzi. Il numero uno degli industriali ha tirato in ballo anche il ministro dell’Ecomomia, Giovanni Tria il quale “ha posto giustamente al centro dell’azione di governo il ‘perseguimento prioritario della crescita dell’economia’. Noi siamo e vogliamo continuare ad essere leva di crescita”.
Il governo ha comunque dato segno di voler andare incontro alle esigenze delle imprese del farmaco, per esempio sul fronte del payback, quel meccanismo in virtù del quale le aziende devono girare indietro allo Stato parte del surplus di spesa farmaceutica. “Non siamo sordi al tema del payback farmaceutico, sappiamo che vi è costato 7 miliardi di euro” in cinque anni “e su questo il governo vuole lavorare, per trovare meccanismi che attutiscano questo peso che è sulle spalle del vostro settore”, ha annunciato Fugatti.
“Il ministro dell’Economia Tria ha detto che l’Italia rispetterà i vincoli europei se farà crescita e il vostro settore, in un momento di grande difficoltà economica, è riuscito ad andare in controtendenza e a essere leader in Europa. È un modello da seguire per tanti altri settori del Made in Italy e per tutto il sistema industriale. Nel contratto di governo ci sono aspetti di sanità come uguaglianza dei servizi sanitari, liste di attesa su cui è già stato avviato un percorso, presa in carico del paziente. Sarà un percorso tanto più efficiente tanto più lo faremo con il sistema industriale, dando impulso alla ricerca. La ricerca che fate voi fa parte del sistema ricerca del Paese e a esso fa bene. Bisogna dunque agire in maniera complementare”.
(Foto di Umberto Pizzi – riproduzione riservata)