Attorno all’ultimo film di Quentin Tarantino, definito “film dell’anno”, gira soprattutto un numero: l’8. The Hateful Eight il titolo, 8 i protagonisti, 188 i minuti della pellicola originale, 888 gli invitati alla prima del 27 gennaio al Teatro Studio 5 di Cinecittà. E tutti 888, naturalmente, sono stati scelti – accuratamente – da Tarantino. Umberto Pizzi ha fotografato alcuni di questi.
TUTTE LE FOTO DI MARIA ELENA BOSCHI ALLA PRIMA DEL FILM
LA TRAMA
7 uomini e una donna (fuorilegge) sono chiusi in una baita a causa di una tempesta di neve e, costretti a stare insieme, scoprono ben presto che li lega più di quello che non credano. Ambientato nel Wyoming all’epoca della Guerra Civile, “avevo pensato a The Hateful Eight come a un western mischiato a un giallo alla Agatha Christie, poi solo alla fine mi sono reso conto che avevo realizzato un film horror”, dichiara il regista. Ma l’8° film di Tarantino – assicurano i critici – ripercorre “tutti i tòpoi dei western – dagli spaghetti western di Sergio Leone e Sergio Corbucci alle produzioni Usa revisioniste del dopoguerra – per introdurre il tema della rottura sociale. E c’è molto teatro da camera, con i primi piani sulle facce intense degli otto manigoldi che faranno carne di porco delle proprie e delle altrui carni, in quest’opera che può sembrare manierista, ma che proprio sul suo manierismo fa leva. E l’unico paesaggio che cambia di continuo è il viso dei personaggi, che assemblano gli archetipi dell’America più brutale dei primordi”.
IL TRAILER
OSCAR Sì O NO?
“Ho dedicato tutta la vita ai miei film e non cambierei nulla– ha detto il regista – . Ho avuto una vita molto felice, però non ho una moglie e non ho figli, niente che mi distragga. Il mio è un lavoro che necessita di un altro grado di concentrazione“, che non vorrebbe fare per tutta la vita. Il regista ha dichiarato che arriverà alla decima pellicola e poi si ritirerà – ma questa cosa l’ha detta tante altre volte – .
The Hateful Eight, potrebbe vincere un Oscar per la colonna sonora, curata da quel maestro del genere Ennio Morricone, che apre il film con “una maestosa ouverture, una lunga introduzione musicale ossessiva e funerea sullo sfondo delle montagne candide e minacciose”. Morricone, a fine riprese, dicharò: “Quentin mi fece interpellare per scrivere la musica e io subito rifiutai ma lui ha insistito con tanto affetto e tanta stima che mi ha convinto a scrivere per lui”.
Il film è candidato ad altri due Oscor: miglior film e miglior attrice non protagonista.
(Foto: Umberto Pizzi/Riproduzione riservata)
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