È morto Guglielmo Epifani. Aveva 71 anni, era nato a Roma il 24 marzo 1950. È stato sindacalista, politico, deputato, segretario del Pd “reggente” nel 2013, dopo le dimissioni di Bersani in seguito alla nascita del governo Letta e prima del mandato di Matteo Renzi. Ma soprattutto segretario generale della Cgil dal 2002 al 2010. Figlio di Giuseppe (funzionario di un ente previdenziale, sindaco del comune di Cannara e laureato in francese) e Filomena. Dopo aver vissuto qualche anno a Milano da bambino, torna a Roma per il liceo e la laurea in Filosofia.
Dopo l’università, si occupa della casa editrice del sindacato. A 29 anni diventa vice-segretario generale dei poligrafici, a 33 ne diventa il vertice. Con Trentin entra nella segreteria confederale (41 anni), nel 1994 diventa vice-segretario della Cgil. In quegli anni, la Cgil si spacca tra chi sosteneva il Psi craxiano e chi era legato al milieu di Mondoperaio.
Alla caduta del Psi dopo Tangentopoli, si iscrive ai Ds, nel frattempo affianca Cofferati alla Cgil, fino a prenderne il posto per due mandati (2002-2006 e 2006-2010). Racconta Fabio Martini sulla “Stampa” che “Nell’autunno del 2002 sull’uscio del suo studio a palazzo Chigi Silvio Berlusconi andò incontro al nuovo segretario della Cgil, protese la mano destra e disse: “Carissimo Epifani, finalmente tra socialisti ci intenderemo!”. Ed Epifani, sempre col sorriso sulle labbra: “Socialista sì, ma interista!”
Portò un milione di lavoratori in piazza nel 2002 quando il governo di centrodestra abrogò l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, e discusse con Padoa-Schioppa sulla riforma delle pensioni.
Lasciato il vertice Cgil, diventa presidente dell’associazione Bruno Trentin e poi entra a Montecitorio nel 2013 con il Pd. Agnostico, sposato con Giusi De Luca, dottoressa dell’Inail, con cui si fidanzò da adolescente. Non aveva figli, amava suonare la chitarra, la poesia, i giornali sportivi e la musica classica.
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