Addio a Lea Pericoli, signora del tennis. Le foto di Pizzi

04/10/2024

1 / 30

Lea Pericoli e Gualtiero Jacopetti

2 / 30

Lea Pericoli e Nicola Pietrangeli

3 / 30

Lea Pericoli e Gualtiero Jacopetti

4 / 30

Lea Pericoli

5 / 30

Ottavio Missoni e Lea Pericoli

6 / 30

Ottavio Missoni e Lea Pericoli

7 / 30

Giorgio Tacchini e Lea Pericoli

8 / 30

Cristina Parodi e Lea Pericoli

9 / 30

Cristina Parodi e Lea Pericoli

10 / 30

Nicola Pietrangeli, Filippo La Mantia e Lea Pericoli

11 / 30

Lea Pericoli

12 / 30

Lea Pericoli

13 / 30

Lea Pericoli

14 / 30

Lea Pericoli

15 / 30

Lea Pericoli

16 / 30

Lea Pericoli e Adriano Panatta e Massimo Giletti

17 / 30

Lea Pericoli e Adriano Panatta e Massimo Giletti

18 / 30

Lea Pericoli

19 / 30

Lea Pericoli

20 / 30

Lea Pericoli

21 / 30

Lea Pericoli

22 / 30

Nicola Pietrangeli e Lea Pericoli

23 / 30

Lea Pericoli e Nicola Pietrangeli

24 / 30

Lea Pericoli e Nicola Pietrangeli

25 / 30

Lea Pericoli, Nicola Pietrangeli e Nancy Brilli

26 / 30

Nicola Pietrangeli e Lea Pericoli

27 / 30

Lea Pericoli

28 / 30

Massimo Serato, Lea Pericoli e Gualtiero Jacopetti

29 / 30

Nicola Pietrangeli, Franco Pesci e Lea Pericoli

30 / 30

Nicola Pietrangeli, Franco Pesci e Lea Pericoli

All’età di 89 anni è scomparsa Lea Pericoli, la signora del tennis italiano, maestra di eleganza, è stata una delle prime donne a raccontare il tennis su giornali e in tv dopo averlo giocato ai massimi livelli. Una storia fatta di 27 titoli all’attivo nei campionati nazionali in singolare, doppio e doppio misto e di 14 anni in testa alla classifica italiana.

Nei tornei del Grand Slam, Pericoli ha raggiunto quattro volte gli ottavi al Roland Garros (1955, 1960, 1964 e 1971) e tre volte sull’erba di Wimbledon (1965, 1967 e 1970). Numero uno d’Italia per 14 anni tra il 1959 e il 1976, record assoluto, e per altre quattro volte numero 2 (1960, 1961, 1962 e 1973). Ha giocato 29 incontri in nazionale, con un record di otto vittorie in singolare e sei in doppio. Eccola nei ritratti di Umberto Pizzi.

(Foto Umberto Pizzi – riproduzione riservata)