Era il 9 maggio 1978 quando Aldo Moro fu ucciso dalle brigate rosse, dopo 55 giorni di prigionia.
Come ha ricordato Francesco Damato nei suoi Graffi quotidiani per Formiche.net: “Sono oggi trascorsi ben 39 anni dal 9 maggio del 1978, quando una banda di sciagurati delle brigate rosse – al minuscolo, per favore, come raccomandava la buonanima di Sandro Pertini per non confonderle con quelle omonime da lui conosciute durante la Resistenza, con la maiuscola naturalmente – uccise Aldo Moro, che era allora il regolo della politica italiana, dopo una prigionia di 55 giorni, cominciata col sequestro e la strage della sua scorta a poche centinaia di metri da casa, a Roma. Un omicidio, quello di Moro, dichiaratamente compiuto dagli assassini sparandogli nel bagagliaio di un’auto chiusa in un box della palazzina dove era stato nascosto. Un’auto poi guidata per mezza città, sfidando controlli e incidenti, per essere posteggiata provocatoriamente a due passi dalle sedi dei due partiti -la Dc e il Pci- che avevano impedito di trattare il rilascio dell’ostaggio liberando tredici detenuti per reati di terrorismo definiti “prigionieri politici” dai banditi. Era peraltro anche il giorno di una importante riunione della direzione nazionale della Dc, attesa da Giovanni Leone per firmare, come vedremo, materialmente una grazia nel tentativo disperato di fermare gli assassini” (continua a leggere).
Per ricordare Aldo Moro, il presidente del Senato Pietro Grasso, in rappresentanza del presidente della Repubblica, ha deposto una corona di fiori in via Caetani, dove fu ritrovato il corpo. Erano presenti anche la sindaca di Roma Virginia Raggi e il ministro dell’Interno Marco Minniti.
(Foto: Imagoeconomica/BENVEGNÙ GUAITOLI)