Alessandro Benetton è nato il 2 marzo 1964 a Treviso. A 57 anni, parole sue, sta per affrontare “la sfida più dura della sua vita”. E’ stato nominato presidente di Edizione, la cassaforte di famiglia, che con l’occasione è stata trasformata in Spa e ha rivoluzionato la governance. Enrico Laghi è stato designato amministratore delegato.
Ma chi è Alessandro Benetton?
Figlio di Luciano – uno dei quattro fratelli fondatori dell’omonima azienda – e di Maria Teresa Maestri, ha avuto una gioventù da perfetto milionario anni ’80 raccontata da Emanuela Audisio sul Venerdì:
“Le prime scappatelle sentimentali di notte a Londra nell’82 con jet privato, l’esperienza da modello con William Baldwin a New York, con annessi attrici e jet-set allo Studio 54, il campus a Boston, il master ad Harvard, i viaggi in Vespa, l’avventura in FI, la stima per Ayrton Senna, il mondiale vinto con Schumacher (’94). «Chiamai Flavio Briatore e gli segnalai il nome di Schumacher, mi rispose che per averlo bisogna fare un putiferio. E io: facciamolo».”
Dopo l’esperienza in Goldman Sachs, nel 1992 a 26 anni fonda 21 Investimenti (oggi 21 Invest), uno dei primi private equity italiani con ispirazione poetico/adolescenziale: 21 grammi, recitano i diari dei liceali, sarebbe il peso dell’anima. L’obiettivo della società è trovare imprese in cui investire, il suo è staccarsi dall’immagine di figlio di papà. L’impresa riesce: ha investito in oltre 100 aziende, tra cui Interflora, Pittarosso, The Space Cinema, con un buon successo. Oggi è presente in Italia, Francia e Polonia.
Nel 2012 però diventa presidente di Benetton group, per due anni, ma quando lo racconta, ne cita solo uno, e precisa di non aver dedicato molte attenzioni all’azienda di famiglia: “è come in auto, o guidi tu o è meglio non toccare il volante se guidano altri, si rischia di disturbare il lavoro e basta”. Nel 2016 lascia anche il consiglio di amministrazione in lite con i familiari e soprattutto con alcuni manager: buono il rapporto con Fabio Cerchiai, pessimo quello con Gianni Mion.
Oggi dice: “Sono stati fatti degli errori, alcuni molto gravi e non sto parlando del ponte Morandi, quella è una tragica conseguenza che peserà per sempre, gli errori sono stati fatti prima: quando si è scelto di dare troppe deleghe alle persone sbagliate. Per questo oggi siamo qui a parlare della mia nomina a presidente, perché oggi ho visto un’occasione di discontinuità per reinterpretare l’approccio industriale che ci ha caratterizzato come famiglia nel tempo”.
Tra i suoi amici, oltre a quelli del collegio Pio X di Treviso, dove hanno studiato anche i figli, ci sono Marina Berlusconi e John Elkann. Nel 1997 si innamora di Deborah Compagnoni, campionessa di sci e appassionata di sport come lui, che pratica (e insegna) surf, kitesurf, sci alpino, barca a vela. I due hanno tre figli: Agnese, Tobias e Luce. Si sposano nel 2008 con una cerimonia così semplice e scarna che la primogenita chiese: «Ma l’altro, quello prima, era stato con il vestito bianco e tutti gli invitati?». Solo che quello prima non c’era mai stato.
Vivono in una villa chiamata «The Invisible House», futuristica costruzione di cemento e acciaio nel trevigiano, progettata dall’architetto giapponese Tadao Ando, con una parte interrata. Ha detto ad Alain Elkann su La7: «Cerco di conservare un aspetto della mia vita molto tranquilla, stando il più tempo possibile con la mia famiglia». L’ufficio dista pochi minuti da casa, quando può torna a pranzo, la sera beve una tisana alle erbe e si addormenta alle dieci.
Si sono separati durante il primo lockdown, ma non hanno mai annunciato nulla, uniche tracce della rottura qualche foto su Chi e un lancio di Dagospia. A settembre 2021 è stata lei a parlare col Messaggero, tra la natìa Santa Caterina Valfurva, la Cortina dello sci e la Treviso dei figli: “Sto bene, faccio quello che mi piace di più e oggi vivo una vita lontano dai riflettori. Come una donna qualsiasi”.
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